Il crocifisso, i vestiti, la bomba: così la morte giunse dal cielo

Il 21 dicembre 1988 il volo Pan Am 103 esplose in volo sopra la cittadina di Lockerbie, Scozia, provocando il decesso delle 270 persone a bordo

Il crocifisso, i vestiti, la bomba: così la morte giunse dal cielo

È il 21 dicembre 1988 quando il volo Pan Am 103 diretto da Londra a New York decolla dall’aeroporto di Heathrow con un leggero ritardo, a causa del traffico natalizio. Ma solo mezz’ora più tardi il Boeing 747-121 esploderà in volo sulla città di Lockerbie, in Scozia, uccidendo tutte le 259 persone a bordo e 11 persone che si trovavano a terra. Solo nel 1991 le indagini porteranno alla cattura dei responsabili, due terroristi libici che misero a bordo l’ordigno esplosivo, causando il più grave disastro aereo accaduto in Gran Bretagna.

L’antefatto e l’esplosione

Il Boeing “Clipper Maid of the Seas" della compagnia Pan American stava effettuando la seconda tratta da Londra a New York, quando esplose durante la fase di crociera. Il giorno precedente al disastro, il velivolo aveva effettuato un volo di routine da Francoforte a Londra, dove rimase parcheggiato per i controlli prima della partenza successiva. L’aereo sarebbe dovuto restare sotto osservazione, a causa di un allarme bomba. Sedici giorni prima della partenza, un uomo dall’accento arabo chiamò l’ambasciata americana a Helsinki per avvisare che entro due settimane un volo della Pan Am da Francoforte a New York sarebbe esploso a causa di una bomba.

Pan Am 103

Pur avendo preso seriamente la soffiata anonima, l’allarme durò solo due giorni e, terminato il check-in, il "Clipper Maid of the Seas" decollò alle 18.25 con 243 passeggeri e 16 membri dell’equipaggio a bordo. Alle 19.01 il comandante James MacQuarrie contattò i controllori di volo di Prestwick, in Scozia, per chiedere il permesso di dirigersi sull’Oceano Atlantico, con direzione New York. Ma quella fu l’ultima comunicazione radio del volo 103, perché alle 19.02 l’aereo sparì dai tracciati e neanche un minuto più tardi una forte esplosione che causò una scossa sismica, fu avvertita nei pressi di Lockerbie. A provocare la scossa fu il volo 103, che con a bordo 91.000 chilogrammi di carburante a bordo, si schiantò al suolo, disintegrando diverse abitazioni nel raggio di 60 metri.

Le ricerche e gli indizi

Membri dell’esercito britannico e una squadra dell'Air Accident Investigation Branch scozzese arrivarono sul posto poche ore dopo il disastro, trovandosi davanti agli occhi uno spettacolo apocalittico. L’area colpita dai rottami del velivolo si estendeva per 2000 metri quadrati ed era un inferno di fuoco e rottami. Gli inquirenti stabilirono che a causare l’esplosione dell’aereo fu un attentato terroristico. A bordo del Boeing venne trovato un mangianastri contenente un ordigno esplosivo. La bomba era stata inserita a sua volta all’interno del vano bagagli in una valigia Samsonite, che esplose sul lato sinistro della fusoliera provocando un buco di mezzo metro. L’aereo si spezzò in più parti: la cabina di pilotaggio, il terzo motore e il tetto della parte del velivolo in cui era contenuta la bomba si separarono dal resto dell’aereo, che precipitò in posizione quasi verticale. Nessun passeggero si salvò dalla violenza dell’esplosione.

Le vittime

Pan Am 103

Durante le ricerche delle vittime, la Fatal Accident Inquiry scoprì che a molti dei passeggeri si strapparono i vestiti di dosso, a causa delle decompressione. Alcuni di loro restarono attaccati ai sedili, altri furono sbalzati fuori dal velivolo durante la rovinosa caduta. Purtroppo anche 11 persone che si trovavano a terra persero la vita, quando le ali dell’aereo colpirono le loro abitazioni alla velocità di 800 chilometri all'ora. La furia dell’esplosione provocò un cratere lungo 47 metri e polverizzò ben 27 case nei paraggi. Dall'autopsia inoltre si evinse che molte delle vittime arrivarono al suolo ancora vive, rivelando particolari drammatici al mondo sugli ultimi momenti di vita dei passeggeri. Venne infatti ritrovata una madre davanti al figlio, nell'atto di proteggerlo dall’urto, due amici che si tenevano per mano e altri passeggeri furono trovati con un crocifisso in mano.

Le indagini e le teorie

Quando gli investigatori specializzati in disastri aerei trovarono i resti del Boeing, scoprirono che le maschere d’ossigeno erano al loro posto e che non vi era nulla di insolito. L’esplosione era avvenuta così repentinamente che non c’era stato tempo per alcuna procedura di sicurezza. Il 25 dicembre dell’anno successivo venne ritrovato nella valigia, in mezzo ai vestiti, un altro congegno con un timer uguale a quello esploso sul volo della Pan Am, fabbricato da una società svizzera, che ammise di averlo consegnato ad alcuni esponenti del governo libico.

Il 13 novembre 1991 l’Fbi e la polizia dell’area amministrativa di Dumfries e Galloway, Scozia, accusarono dell’attentato del volo 103 l'ufficiale dell'intelligence libica Abd el-Basset Ali al-Megrahi e il responsabile della Libyan Airways presso l'Aeroporto Internazionale di Malta, Lamin Khalifah Fhimah. Gli inquirenti sospettarono di un attacco agli Stati Uniti, dato che 178 passeggeri erano di nazionalità statunitense e che i rapporti con la Libia erano tutt’altro che distesi. A questo punto gli accusati furono presi in custodia dal Gruppo di intervento speciale dei carabinieri per conto della Corte dell'Aia e vennero emesse sanzioni nei confronti della Libia.

Megrahi  e Fhimah
Megrahi e Fhimah

Megrahi fu condannato all’ergastolo per l’uccisione di 270 persone, mentre Fhimah venne prosciolto. Megrahi fu rilasciato nel 2009 per problemi di salute. Siamo alla fine degli anni ’80, i rapporti degli Stati Uniti con il Medio Oriente sono tesi e la Guerra del Golfo è alle porte. Nel 1986 inoltre, gli Usa bombardarono la Libia con l’operazione El Dorado Canyon, in risposta a un attentato di quest’ultima alla discoteca La Belle di Berlino, in cui rimasero ferite 230 persone, tra le quali 50 militari statunitensi e trovarono la morte una donna turca e due soldati. Non sembrò strano quindi che la responsabilità dell’accaduto venisse imputata al governo libico.

Ma, come riporta RaiNews, un ex agente dell’intelligence iraniano sostenne che l’attentato fu opera del governo iraniano, come rivendicazione dell’abbattimento del volo Iran Air 655, avvenuto per errore il 3 luglio 1988 da parte di un'unità da guerra della Us Navy.

Ma Teheran smentì la dichiarazione dell’agente e prese piede un’ulteriore teoria, che vede protagonisti dell’attacco al volo della compagnia americana dei terroristi siriani, teoria che non fu mai confermata.

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