Dopo il Nobel per la Pace all'attivista Nadia Murad, si è tornati a parlare della triste storia della minoranza yazida, finita nel mirino dei jihadisti dell'Isis in Iraq. Lo yazidismo è una fede religiosa diffusa nelle regioni del Sinjar iracheno da prima della comparsa dell'Islam. I fedeli venerano sette angeli, emanazioni del Dio primordiale, di cui il primo e più importante è l'Angelo Pavone (Tawisi Melek). L'etnia prevalente tra gli yazidi è quella curda.
I miliziani del sedicente Stato islamico, sunniti fondamentalisti, non hanno risparmiato neanche cristiani, curdi e sciiti. Nella provincia di Niniveh, nel nord dell'Iraq, si stima vivessero circa 500mila yazidi prima dell'avanzata dell'Isis. Gli yazidi sono presenti anche in Germania, Siria, Russia, Armenia e Georgia. Anche negli Stati Uniti c'è una piccola comunità. La maggior parte di loro parla il curdo.
Il primo luogo sacro per gli yazidi si trova a Lalish, a nordest di Mosul, dove c'è la tomba di Sheikh Adi ibn Musafir. In questo luogo gli yazidi devono compiere un pellegrinaggio di sette giorni
almeno una volta nella vita.
La società degli yazidi è di tipo gerarchico.
Il leader laico è un emiro o principe ereditario, mentre uno sheikh è a capo della gerarchia religiosa. Per la tradizione, gli esponenti delle tre caste degli yazidi devono sposarsi esclusivamente tra loro, pena la morte per l'onore perduto. Per gli yazidi riveste una notevole importanza la purezza religiosa.
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