Le congratulazioni per il 30esimo anniversario dell'instaurazione delle relazioni diplomatiche, l'elogio dell'accordo sull'esportazione di grano ucraino raggiunto in Turchia e l'auspicio di una soluzione diplomatica per il conflitto in Ucraina. Su iniziativa di Kiev, il presidente del Kazakhstan, Kassym-Jomart Tokayev, ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo ucraino Volodymyr Zelenskyy.
La conversazione tra Tokayev e Zelensky
Tanti i temi sul tavolo della conversazione tra Tokayev e Zelensky, a cominciare dall'importante traguardo raggiunto dai loro Paesi. Il 23 luglio, infatti, è stato celebrato il 30esimo anniversario dell'instaurazione delle relatazioni diplomatiche tra Ucraina e Kazakhstan. Tokayev, analizzando questa lunga parentesi temporale, ha preso atto del raggiungimento di importanti risultati positivi nello sviluppo della cooperazione bilaterale nelle aree economiche e umanitarie. "Ci siamo scambiati gli auguri per il 30mo anniversario delle relazioni diplomatiche", ha fatto sapere, dal canto suo, Zelensky.
Il leader kazako, inoltre, ha sottolineato il fondamentale accordo sul grano, sostenuto dalle Nazioni Unite e raggiunto in Turchia. Tokayev ha quindi riaffermato la posizione di principio del Kazakhstan in merito ad una soluzione diplomatica della situazione ucraina. "L'ho ringraziato per il sostegno fondamentale a favore dell'integrità territoriale dell'Ucraina, il mancato riconoscimento delle cosiddetto "repubblica popolare di Luhansk" e "repubblica popolare di Donetsk". Abbiamo discusso inoltre di progetti specifici di cooperazione in materia di economia, energia e digitalizzazione", ha quindi affermato Zelensky rifedendosi alla conversazione avuta con Tokayev.
La politica estera del Kazakhstan
Cartina alla mano, il Kazakhstan condivide quasi 7.000 chilometri di confine con la Russia e oltre 1.500 con la Cina. Non ha inoltre nessun accesso al mare e risulta essere il più esteso fra i Paesi ex sovietici. Questa nazione ha scelto una politica estera "multi-vettoriale", ben riconoscibile anche nel bel mezzo della crisi ucraina. Nur Sultan non ha rinunciato ai rapporto con Mosca e Pechino, ma sta intensificando la propria cooperazione con i Paesi dell'Asia centrale, ma anche con i principali attori occidentali, in primis Usa e Unione europea.
Con la sua visione politica pragmatica e orientata ad un continuo miglioramento economico e democratico, il Kazakhstan si sta ritagliando uno spazio geopolitico sempre più grande. Anche perché, una volta conseguita l'indipendenza dall'Unione Sovietica, è stato chiaro fin da subito che il Paese sarebbe diventato il ponte dell'Eurasia. Non è un caso che, valorizzando la geografia, la classe dirigente kazaka sia riuscita a muoversi con agevolezza all'interno dei tre più grandi progetti di integrazione eurasiatici: il Consiglio Turco di Ankara, la Belt and Road cinese e l'Unione Economica Eurasiatica (UEE) di Mosca.
Il Kazakhstan, dunque, è il trait d'union del quale Unione europea e Russia necessitano per portare avanti i loro obiettivi commerciali e pure energetici. Se, infatti, Mosca ha bisogno del Kazakhstan per mantenere in piedi l'UEE, Bruxelles può trovare in Nur Sultan un tentativo per smarcarsi dalla dipendenza energetica dal Cremlino.
Il motivo è semplice: questo Paese è uno dei maggiori produttori-esportatori di gas naturale – 24esimo –, petrolio – 11esimo –, carbone – ottavo –, uranio – primo – e altre risorse strategiche – come le terre rare. Il Kazakhstan, consapevole del proprio ruolo, prosegue così nella sua politica estera multi-vettoriale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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