Montecarlo, il giallo dell'estate

La storia inizia il 27 luglio, quando Il Giornale scopre che il "cognato" di Fini, Giancarlo Tulliani, abita in un appartamento a Montecarlo un tempo di proprietà di An

Montecarlo, il giallo dell'estate

27 luglio 2010 Il Giornale scopre che il "cognato" di Gianfranco Fini, Giancarlo Tulliani, abita in un appartamento a Montecarlo un tempo di proprietà di An. L'immobile nel 1999 era stato lasciato in eredità al partito dalla contessa Anna Maria Colleoni. An lo aveva venduto nel 2008, per 300mila euro, ad una società off shore con sede a Saint Lucia ai Caraibi, la Printemps Ltd, che a propria volta pochi mesi dopo lo aveva ceduto ad un'altra off-shore, la Timara Ltd.

Agosto 2010 La procura di Roma apre un'inchiesta per truffa aggravata, in seguito alla denuncia di due esponenti de La Destra. Gianfranco Fini in una nota di otto punti non chiarisce i dubbi.

22 settembre In una lettera il ministro di Giustizia, Rudolph Francis, assicura: dietro la Timara c'è Tulliani. I finani insorgono e parlano di dossieraggio dei servizi attaccando il Giornale. Ma il ministro Francis ribadisce la sua versione in due conferenze stampa: dietro le offshore che hanno comprato quella casa c'è Giancarlo Tulliani. La sua fonte è un broker dai mille intrighi, James Walfenzao, che guarda caso è dietro le due off-shore.

26 settembre Gianfranco Fini in un videomessaggio diffuso su internet nega di avere responsabilità dirette ma esprime dubbi sul cognato Giancarlo: "Se dovesse emergere con certezza che Tulliani è il proprietario e che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a lasciare la presidenza della Camera".

27 settembre Vengono fuori le foto dell'appartamento dei misteri. E in quell'appartamento c'è una cucina Scavolini identica a quella che Elisabetta Tulliani, qualche volta accompagnata anche da Fini, ha acquistato a Roma. Quando la storia della cucina, raccontata da un ex dipendente del mobilificio che aveva fatto da tramite, era venuta fuori, Fini e i suoi fedelissimi avevano negato, sostenendo che non era destinata a Montecarlo. E invece eccone lì una uguale, proprio in casa di Giancarlo. Coincidenze?

28 settembre Il mobiliere conferma: quella cucina è la gemella di quella acquistata a Roma. Da Saint Lucia, intanto, spunta un'e-mail compromettente, che collega Giancarlo Tulliani alle off-shore che hanno acquistato la casa. Ne parla l'editore dell'Avanti!, Valter Lavitola.

2 ottobre L'Avanti! pubblica il testo dell'e-mail che proverebbe che Giancarlo è il proprietario. Nel messaggio il broker James Walfenzao, procuratore di Timara e Printemps, dopo aver ricordato che in Italia è in atto uno scontro Berlusconi-Fini, scrive: "La sorella del cliente sembra avere un forte legame con uno dei politici coinvolti".

3 ottobre Gli avvocati di Giancarlo Tulliani smentiscono l'e-mail: il fatto che sia indicato come cliente non prova che sia il proprietario della casa.

5 ottobre Da Porta a Porta arriva l'ennesima conferma: la compagna del presidente Fini, Elisabetta Tulliani, seguiva in prima persona i lavori di ristrutturazione dell'appartamento monegasco. Lo racconta un vicino di casa. Intanto La Destra presenta un nuovo esposto in procura, nel quale chiede di ascoltare Fini, la compagna, il cognato e il broker Walfenzao. Il partito di Storace chiede inoltre il sequestro della casa nel Principato, ma i pm respingono la richiesta. La Tulliani annuncia querela contro la trasmissione di Bruno Vespa.

7 ottobre Il Giornale riesce a strappare una conferma all'architetto romano Massimo Pelliccioni. Un mese prima il professionista aveva negato il coinvolgimento nella vicenda, ma dopo la testimonianza dell'imprenditore monegasco Luciano Garzelli, cui dava indicazioni via e-mail, si è arreso: "È vero, me ne sono occupato, ma non voglio parlare di questa storia".

8 ottobre "Quell'appartamento valeva 1,6 milioni di euro, non 300mila".

Ad affermarlo è La Destra, nella perizia allegata all'esposto bis presentato alla Procura di Roma il 5 ottobre. La stima è allegata all'esposto, e sottolinea il fatto che la vendita a 300mila euro alla società off shore Printemps Ltd è stata quasi un regalo, visto che l'appartamento valeva cinque volte quella cifra

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