Due giorni prima dell'incontro con il presidente francese Nicolas Sarkozy, il premier italiano Mario Monti sbarca in Francia con un'intervista Le Figaro, la prima rilasciata a una testata internazionale da quando ha assunto l'incarico, la seconda dopo la discussa partecipazione a Porta a Porta. Un colloquio a trecentosessanta gradi in cui il premier parla di tutto: politica, economia e anche di Silvio Berlusconi: "Da lui ricevo un sostegno considerevole".
Il presidente del Consiglio si compiace della "flemma inglese" con cui gli italiani hanno reagito alle drastiche misure messe in campo dal suo governo e poi inizia a rassicurare il Vecchio Continente e i mercati: "L'Europa non deve più avere paura dell'Italia - ha detto il professore -, noi disponiamo di una materia prima che è molto rara un consenso di fondo dell’opinione pubblica a favore dell’integrazione europea". "Io - ha proseguito il premier - sono stato commissario europeo per dieci anni e il presidente della Repubblica è un europeista molto convinto. Noi abbiamo messo l’Europa al centro delle nostre preoccupazioni".
"Tutti gli analisti dicono che l’Italia ha fatto il proprio dovere - ha assicurato il presidente del Consiglio - gli italiani hanno mostrato un senso di responsabilità ammirevole: ci sono state solo tre ore di sciopero". "I nostri fondamentali sono buoni, se non molto buoni. L’Italia non ha avuto il grande boom immobiliare della Spagna , o quello finanziario dell’Irlanda che si sono rivelati nefasti -considera il presidente del Consiglio- Le famiglie italiane hanno un tasso di risparmio reale molto alto. E fanno poco ricorso all’indebitamento".
Anche in terra francesce il premier non risparmia una leggera stoccata all'asse Parigi-Berlino: "L'armonia tra Francia e Germania è una condizione assolutamente necessaria per il corretto funzionamento e sviluppo dell'Europa, ma non è sufficiente. Due Paesi su 27, anche se sono i più grandi, non possono decidere per tutti gli altri.Ho molto apprezzato il fatto che Nicolas Sarkozy e Angela Merkel abbiano mostrato un'apertura nei confronti dell'Italia durante l'incontro del 23 novembre a Strasburgo. Io darò tutto il contributo dell'Italia".
Poi Monti, rispondendo al giornalista, parla anche dell'esecutivo Berlusconi: "Il governo precedente non ha voluto ammettere la grave insufficienza della crescita ed ha tralasciato le politiche di liberalizzazione che avrebbero rimediato a questa carenza".
Da una parte la critica, ma dall'altra il ringraziamento: "Dal mio predecessore Silvio Berlusconi, che incontro spesso, ho ricevuto un sostegno considerevole. Bisogna anche considerare il suo stato d'animo: ha vinto tre elezioni democratiche, ha governato nove anni e ha accettato il cambio senza essere stato mandato a casa dagli elettori nè dal suo partito".
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