Nella sala gremita davanti a lei ci sono tante vecchie conoscenze del centrodestra. Ma Letizia Moratti lo ripete ancora una volta: «Bisogna andare oltre le etichette dei partiti e tornare a parlare la lingua che conosciamo meglio, quella della concretezza». Con la presentazione al Palazzo delle Stelline della lista civica che porta il suo nome comincia ufficialmente anche la sua campagna elettorale: «Non posso e non voglio tirarmi indietro», spiega l'ex vicepresidente di Regione Lombardia che promette «una visione pragmatica e innovativa». A «scortarla» c'è come sempre Tiziano Mariani, suo consulente ed editore di «Radio Lombardia», insieme allo spin doctor Daniel Fishman e al consigliere regionale Manfredi Palmeri, il regista della lista civica nata sulle fondamenta dell'associazione Lombardia Migliore.
Tra la folla, oltre all'ex leghista Gianmarco Senna, nuovo acquisto di Italia Viva, si vede anche Valentina Aprea, fuoriuscita da Forza Italia dopo quasi 30 anni per la mancata nomina a sottosegretario all'Istruzione nel governo Meloni. «Dobbiamo mettere insieme anime politiche diverse perché abbiamo bisogno di convergenza spiega Moratti e di essere capaci a fare sintesi, l'arte della vera politica». Nel declinare i suoi impegni, allunga qualche stoccata a Fontana e alla sua giunta. «Vedo un potenziale spento», punge Moratti che vuole «dare alla Lombardia la possibilità di tornare a essere la locomotiva d'Italia». Ma non può esserci qualità della vita «senza sicurezza, senza un efficace piano dei trasporti e senza un modello di sviluppo che favorisca occupazione e crescita». E quando qualcuno nomina il Pd, si dice sempre «aperta al dialogo» nella consapevolezza che non sia una cosa vincente «continuare a ripetere schemi del passato».
Moratti cita poi in causa direttamente Fontana: «Quando lo sento parlare di Smart land a fine mandato commenta in relazione a uno dei cardini del programma che presenterà il governatore mi spiego tante cose, visto che su questo siamo all'anno zero». Occorre creare «le condizioni migliori per innovare e investire, colmando però diseguaglianze economiche e territoriali che in questo momento ci sono: non possiamo avere una Lombardia che va a due velocità». Alla presentazione della lista e del simbolo, oltre all'ex calciatore dell'Inter Evaristo Beccalossi e a diversi rappresentanti di quella che fu la civica di Roberto Maroni, c'era anche l'ex consigliere grillino Roberto Cenci, l'ex ministro alla Difesa del governo Letta Mario Mauro che ha militato in Forza Italia e l'ex presidente del Consiglio regionale Davide Boni. Il referente a Milano è Renzo di Biase, a Bergamo l'ex deputato dell'Italia dei Valori Ivan Rota e a Varese l'ex assessore regionale della terza giunta Formigoni Luca Ferrazzi.
In platea anche il professore Andrea Beretta Zanoni che si sta occupando del programma, l'amministratore delegato dell'azienda di Vimercate Virma Spa Serena Agostini e l'ex consigliere azzurro al Municipio 4 di Milano, Vidal Silva.
«Abbiamo visto molte incertezze e stop and go prende la parola Palmeri se oggi la Lombardia è in piedi è perché c'è stata Moratti, sennò la legislatura sarebbe finita prima». Adesso, è convinto, «persino chi ha votato il centrodestra alle politiche sente il bisogno di un cambio di passo. La storia non è scritta, dobbiamo farlo noi».
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