Morte di Diana: per Alessia Pifferi nuova perizia psichiatrica

Sorpresa al processo d'appello: l'imputata sarà nuovamente valutata da un collegio di esperti

Morte di Diana: per Alessia Pifferi nuova perizia psichiatrica
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Una nuova perizia psichiatrica sull'imputata: la partita si riapre nel processo a carico di Alessia Pifferi, condannata all'ergastolo in primo grado per aver abbandonato in casa da sola per sei giorni e lasciato morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi nel luglio del 2022. La Corte d'assise d'appello, con i giudici togati Franca Anelli e Ivana Caputo, ha accolto la richiesta della difesa della 38enne, disposto una nuova verifica sulla salute mentale della donna e riaperto il processo. La perizia del Tribunale aveva a suo tempo dichiarato la piena capacità di intendere e volere di Alessia Pifferi. Alla lettura dell'ordinanza l'imputata ha abbracciato commossa il proprio difensore, l'avvocato Alessia Pontenani. Al processo d'Appello non sono state ammesse le telecamere.

Il sostituto pg Lucilla Tontodonati e l'avvocato di parte civile, Emanuele De Mitri, che assiste la sorella e la madre di Pifferi, avevano dato parere negativo. Per i giudici invece, «l'ausilio di esperti e specialisti», con la partecipazione tra l'altro di un neuropsichiatra, è «necessario e imprescindibile», in quanto «il compendio probatorio» risulta «incompleto, lacunoso e a tratti contraddittorio». La Corte sottolinea che «test somministrati o somministrabili potrebbero assumere un particolare rilievo sull'imputabilità o sulla condotta dell'imputata». L'incarico ai periti e ai consulenti delle parti sarà affidato nell'udienza del 28 febbraio.

Così nella propria richiesta l'avvocato Pontenani: «Alessia Pifferi non è pazza, ma ha un disturbo cognitivo che potrebbe aver determinato la morte di Diana». Così invece la pubblica accusa: «Non ogni delitto efferato si spiega con l'incapacità di intendere e volere».

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