Roma - Se e ne è andato con un colpo di scena. "Nessuno si suicida a 95 anni", ha detto il regista e sceneggiatore (anche lui toscano) Giovanni Veronesi. Sceglie la morte chi ha davanti una vita, eppure Mario Monicelli, il padre della commedia all'italiana, ha deciso di suicidarsi dal quinto piano del reparto di urologia dell'ospedale San Giovanni di Roma, a 95 anni. Anche suo padre Tomaso, scrittore e giornalista, si era tolto la vita nel 1946.
"Non vi preoccupate ragazzi, fra tre giorni mi ammazzo, mi butto dalla terrazza", mise in bocca a Ugo Tognazzi, il conte Mascetti, nel secondo episodio della saga di
Amici Miei e, come in un suo film, anche lui è scomparso.
Verdone: "Sono attonito" ''Sono
attonito, una notizia che mi intristisce molto''. Cosi' Carlo Verdone
accoglie con grande sgomento la notizia della morte tragica di Mario
Monicelli. ''Era probabilmente una persona stanca di vivere, che non
sosteneva piu' la vecchiaia. L'ho apprezzato molto come grande
osservatore e narratore - continua l'attore-regista romano - anche se a
volte con condividevo il suo cinismo. Era gentile, cordiale, ma di
poche parole. Un anno fa - conclude Verdone - mi capito' di fargli gli
auguri a Natale. Rimase sorpreso: 'Gli auguri - mi disse - non li fa
piu' nessuno'''.
Veronesi: era speciale ''Non so che cosa si dira' domani di quello che e' successo, ma una
cosa va detta: non ho mai sentito nessuno che si suicida a
novantacinque anni. Era davvero speciale".
Giro: "Narratore della storia italiana" La notizia del suicidio di Mario Monicelli ci riempie di sgomento e di profondo dolore. Scompare un maestro del cinema italiano, un narratore aspro e vero della nostra Italia. Forse Monicelli non la pensava come me mai io da lui ho appreso ad essere migliore e a vivere la vita senza ipocrisia''. Cosi' il sottosegretario ai Beni Culturali, Francesco Maria Giro, ricorda il regista suicidatosi questa sera a Roma.