Era nell’aria da un po’, ora c’è la conferma: Daniel Pedrosa tramite una conferenza stampa improvvisa, ha annunciato il suo addio alle corse alla fine del 2018.
Da qualche settimana il campione spagnolo aveva dato adito alle voci: le prestazioni in netto calo, un certo malumore e l’addio da parte di Honda avevano messo le basi per un possibile abbandono. Il passaggio di Lorenzo in HRC e il posto vacante nel nuovo team Yamaha Petronas le sostituivano, pensandolo interessato a una nuova sfida.
E invece Pedrosa ha detto stop: come Stoner prima di lui, giovani piloti (entrambi classe 1985) forse fragili che hanno chiuso la carriera probabilmente anzitempo .
Il pilota spagnolo abbandona dopo 18 anni di sodalizio con la Honda: uno dei matrimoni più “fedeli” per la specialità, che lo ha visto crescere in tutte le categorie: una volta campione del mondo della classe 125cc, due volte della 250cc, sembrava destinato al successo in MotoGP.
Successo invece, mai arrivato: una serie di infortuni, rivali competitivi e forse una certa debolezza di carattere lo hanno relegato sempre sui gradini più bassi del podio. I maligni ai tempi asserivano che persino il depotenziamento a 800cc voluto per la MotoGP dal 2007 al 2011 fosse fatto appositamente per farlo vincere: lui, cosi piccolo e gracile, sembrava mal digerire i bolidi da oltre 240 cavalli e mille di cilindrata.
Durante la conferenza di oggi, Carmelo Ezpeleta ha dichiarato: “Ricordo Dani quando salì per la prima volta sulla moto, molto piccolo. Il suo palmares e il suo comportamento devono essere d’esempio per il resto dei piloti. Sarà un eroe della MotoGP, sarà una MotoGP Legend. Lo nomineremo a Valencia, come ringraziamento per la sua carriera”.
Un riconoscimento importante per il pilota, che non si è mai risparmiato e dato veramente tutto per le moto e non intende smettere: “Spero di poter fare qualcosa per questo mondo, sono qui da quando avevo 15 anni. L’intensità nel mio approccio era diversa, e così le mie priorità. Ho sempre dato tutto, mentre ora è diverso.
Vorrei essere ricordato come un pilota che ha dato il meglio di sé, sia in pista che fuori, come sportivo”.E’ probabile che lo rivedremo quindi, sotto una diversa luce: l’esperienza di un campione del suo calibro può migliorare molti ambiti, soprattutto la sicurezza.
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