Amata da molti, detestata da altrettanti. Sovente per le stesse ragioni: bella, donna, di sinistra ma non abbastanza. La ministra da cui la riforma costituzionale bocciata prende il nome è quella che potrebbe pagare più di tutti gli esponenti dell'attuale governo il conto di quel 60 a 40 (circa) uscito dalle urne nel referendum. Maria Elena Boschi ha commentato così la sconfitta: "Peccato. Avevamo immaginato un altro risveglio. Ha vinto il no, punto. Adesso al lavoro per servire le Istituzioni. Mettiamo al sicuro questa legge di bilancio".
Da volto di un esecutivo nato per "rottamare" a capro espiatorio di responsabilità non sue. La parabola discendente nell'opinione pubblica è cominciata con l'affaire banche popolari, montato ad hoc da parte dell'opposizione e rimbalzato in continuazione sui giornali. Dal momento in cui il padre della ministra è risultato coinvolto nell'inchiesta su Banca Etruria, Boschi ha visto trasformato il suo nome, dispregiativamente, sui giornali in "Maria Etruria". La ministra però ha sempre dato prova di grande determinazione. Se a inizio legislatura, le indiscrezioni sui mass media si limitavano alla prova costume, da un anno a questa parte Maria Elena Boschi è stata spesso oggetto di offese anche personali, soprattutto sui social network. In attesa che si delinei per lei un nuovo ruolo nel centrosinistra, della Boschi vogliamo ricordare, oltre alla riforma che gli italiani hanno mandato in soffitta, le treccine e il sorriso al momento dell'abbraccio con i bambini adottati in Congo, l'arringa con cui si è difesa di fronte alla Camera che l'accusava di conflitto di interessi per la vicenda delle banche, la gioia dopo l'approvazione della legge sulle unioni civili. L'attività del ministro per le Riforme con delega alle pari opportunità può piacere o no, senz'altro non si può esaurire in qualche riga. La sua uscita di scena però, non esclude un 'sequel': "A tutti i comitati, a tutti gli amici e le amiche che ci hanno dato una mano, grazie - è il suo messaggio nella bottiglia -. Decideremo insieme come ripartire, smaltita la delusione".
Intanto però la Boschi sembra essere rimasta sola. Infatti, alcuni commentatori ieri hanno evidenziato il silenzio del premier Matteo Renzi che nel discorso in cui ha annunciato le dimissioni non ha citato la ministra intestataria della riforma bocciata dal paese. "Non una parola da Maria Elena Boschi. Né da Renzi su di lei. Paga anche quello", scrive Gaia Tortora, giornalista del TgLa7.
"Significativo il fatto che la Boschi che dà il nome alla riforma non sia stata nemmeno citata, nemmeno nei ringraziamenti", si legge sul profilo Twitter di Francesca Fagnani, ex giornalista di Santoro e fidanzata di Enrico Mentana.
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