La lunga pausa primaverile della Formula 1 sta per finire, con il ritorno del circus nello strano stradale dell’Azerbaijan, un circuito che ha finora riservato poche soddisfazioni alla Ferrari. Dopo le delusioni nei primi tre gran premi, i tifosi della Rossa sperano che, almeno stavolta, Leclerc e Sainz possano tornare con un buon bottino. A pochi giorni dalle prime libere, vediamo come la Ferrari ha provato a rimediare ai difetti visti nelle prime gare, la contromossa inaspettata della Mercedes e come la scuderia modenese spera di tornare in carreggiata per la seconda parte di questa lunga stagione 2023.
Leclerc, a Baku 0 vittorie, 2 pole
Il circuito di Baku non è tra i favoriti delle Rosse, che non sono mai riuscite a salire sul gradino più alto del podio. Sebbene sulla carta sia un tracciato cittadino, il lunghissimo rettilineo da oltre 2 chilometri è uno di quelli che mette più alla frusta le power units. Non è semplice imbroccare i settaggi giusti per fare bene sia in qualifica che in gara, il che spiega perché la Ferrari dovrebbe presentare un pacchetto aerodinamico specifico per massimizzare la trazione nel misto senza pagare troppo in termini di velocità di punta. La speranza degli uomini di Maranello è che si confermi la tendenza del passato, quando nessuno è mai riuscito a ripetersi. Sulle rive del Caspio, infatti, capita spesso e volentieri che i favoriti non riescano a vincere. Se al debutto nel 2016 fu un assolo di Nico Rosberg, seguito da un buon Sebastian Vettel, il duello tra le Rosse e le Frecce d’Argento arriva al calor bianco l'anno dopo, con il famoso scontro in pista tra Hamilton e Vettel. Tra i due litiganti la spuntò Daniel Ricciardo.
Nel 2018 la Ferrari sembrava pronta a portare a casa la vittoria, con Vettel che si mette dietro in qualifica le due Mercedes e conduce per lunghi tratti la gara. A rovinare i piani delle Rosse, il patatrac tra Ricciardo e Verstappen, che manda in tilt la strategia di Vettel, costretto ad esagerare per recuperare. Prima vittoria di Hamilton su Raikkonen, con il tedesco solo quarto. L’anno dopo è Valtteri Bottas a dominare il weekend azero, mettendosi dietro Hamilton e Vettel. Il debutto di Leclerc è rovinato dall’incidente in qualifica, che gli toglie la gioia della pole e, forse, un risultato di spicco in gara. Dopo la pausa del 2020, l’anno dopo il monegasco parte dalla pole ma non riesce a reggere il passo di Mercedes e Red Bull, fino al botto di Stroll che rimescola le carte e consegna la vittoria a Sergio Perez. L’anno scorso Baku ha segnato la svolta in negativo per il Cavallino, con un’altra pole di Leclerc rovinata poi in corsa dai ritiri delle due Rosse. L’incidente alla power unit di Charles costringerà la Ferrari a congelare lo sviluppo dei motori, consegnando praticamente il titolo a Max Verstappen. La speranza, ovviamente, è che la svolta arrivi quest’anno ma in direzione opposta.
Vasseur: "La SF-23? Gran potenziale"
A parte le preghiere del popolo della Rossa, ansioso di tornare a festeggiare, da Maranello sembra filtrare un cauto ottimismo. Il team manager Frederic Vasseur si dice sicuro che la SF-23, nonostante i problemi di gioventù mostrati finora, possa fare grossi passi avanti già a partire dal circuito azero. “Penso che avremo un flusso di aggiornamenti che arriveranno. Non a Baku, perché lì abbiamo il pacchetto per il livello di carico aerodinamico e con la gara Sprint non è facile. Ma da Miami, Imola, non Monaco, ma Barcellona: ogni gara avrà un aggiornamento sulla vettura”. Nonostante le tante critiche ricevute finora, il numero uno della Rossa ha confermato al sito ufficiale della F1 che il progetto della nuova monoposto rimane valido, almeno dal punto di vista concettuale: “Ci atteniamo al piano, ma abbiamo apportato alcune modifiche, credo, in termini di equilibrio e comportamento. La macchina è andata molto meglio a Melbourne e continueremo in questa direzione”.
Non è dato sapere se si tratta di pretattica o se il dirigente transalpino sia davvero convinto che la SF-23 abbia quel che serva per tornare al top. Una cosa è certa: il tetto dei costi per lo sviluppo non aiuta a cambiare rotta nel corso della stagione: “Bisogna considerare tutti gli aspetti, fare un nuovo progetto durante la stagione, ripartire da zero, fare una nuova macchina. Con il tetto dei costi in primo luogo, ma considerando anche la restrizione del tempo in galleria del vento, non voglio dire che sia impossibile, ma è molto difficile”. A sentire lui, il team di Maranello sta facendo buoni passi avanti: “Da parte nostra abbiamo la sensazione, e spero che abbiamo ragione e che ci stiamo muovendo nella giusta direzione, che abbiamo ancora molto spazio per migliorare la macchina, finché siamo ancora in grado di sviluppare la macchina, ottenere punti sull'aerodinamica, ottenere un migliore equilibrio, una migliore stabilità e così via, penso che abbia senso spingere in questa direzione”. Basterà per riprendere Red Bull e Mercedes? Lo scopriremo a Baku.
La Mercedes cambia tutto
Se, almeno al momento, le Red Bull sembrano inarrivabili, la Ferrari avrà il suo bel daffare per rimettersi dietro le Mercedes, sembrate in netta crescita. Eppure, il team di Brackley ha deciso di dare il via ad una vera e propria rivoluzione. Mike Elliott, direttore tecnico dal 2021, fa un passo indietro, riportando al timone James Allison, ex responsabile delle Frecce d’Argento. Dopo esser stato promosso capo dell’area tecnica, occupandosi anche della super-tecnologica barca per l’America’s Cup, Allison tornerà ad occuparsi solo di Formula 1, con Elliott che prenderà il suo posto. Il team manager Toto Wolff, che aveva smentito tutto fino a poche ore fa, è stato costretto a fare buon viso a cattivo gioco. A sentire lui è stata una decisione “guidata da Mike Elliott. Abbiamo scambiato i ruoli, Mike si è spostato al ruolo di Chief Technical Officier, avendo una mentalità brillante e scientifica. James Allison è tornato alla sua posizione di direttore tecnico, che riporterà a Mike". In realtà questa sembra una sfiducia nei confronti del responsabile del progetto della W13 e della W14, le vetture dell’involuzione Mercedes. Sarà quindi Allison ad occuparsi in prima persona dell’organizzazione degli sviluppi delle monoposto.
L’immagine dipinta dal numero uno della Mercedes è fin troppo rosea e, probabilmente, nasconde parecchie ruggini e discussioni complicate dietro alle quinte. “La valutazione fatta da Mike è che in James abbiamo un gladiatore sul campo e le truppe saranno pronte ad affrontare il fuoco, con lui e per lui. Mike è giunto alla conclusione che, per il modo con cui affronta le cose, per le sue competenze, sono meglio impiegate nello sviluppo dell'organizzazione. Per molti anni ancora può avere successo nel modo in cui sa mettere insieme le capacità umane e le competenze tecniche. Si tratta di creare una struttura che possa garantire un successo continuo nella prossima fase”. L’area tecnica ha visto un altro cambiamento; se il capo progetto resta John Owen, il suo vice Giacomo Tortora sarà a capo della sezione engineering.
Al momento sembrano solo mosse di una partita a scacchi dietro alle quinte ma il ritorno di Allison al timone potrebbe vedere un programma di sviluppo più aggressivo. Se il sogno delle Ferrari è quello di contendere il primato alle Red Bull, prima bisognerà mettersi dietro le All Black. E questo, come visto in Australia, è più facile a dirsi che a farsi...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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