I punti chiave
Se le Rosse si aspettavano risposte dal velocissimo tracciato di Jeddah, i verdetti del Gran Premio dell’Arabia Saudita sono stati una doccia fredda per i tifosi della Scuderia. L’intenzione, chiaramente espressa prima del semaforo verde, era quella di battersi ad armi pari almeno con le monoposto di seconda fascia, visto che la superiorità delle Red Bull era abbastanza chiara. A parte i secondi persi con la safety car, entrata in pista al momento sbagliato per le Ferrari, il deficit di velocità sul passo, specialmente con la mescola dura, era più che evidente.
Invece degli sperati passi avanti, la Ferrari ha fatto come il gambero, scivolando dietro alle rivali dirette. Non siamo ancora al punto di mettere già in discussione l’intero progetto, ma non si capisce da dove sia uscita questa prestazione quasi umiliante. Siamo solo all’inizio di un lungo campionato ma la parola d’ordine è quella che i ferraristi conoscono fin troppo bene: crisi.
Regressione inspiegabile
Che la stagione 2023 non fosse quella della tanto sospirata riscossa, ce n’eravamo già accorti in Bahrain ma la cosa veramente preoccupante è che le Ferrari sono sembrate ancora meno competitive, dietro non solo alle inarrivabili Red Bull ma anche a due scuderie che, fino a non molto tempo fa, le Rosse si sarebbero messe facilmente dietro. L’ex numero uno della Sauber fa buon viso a cattivo gioco, provando a guardare solo le poche luci di un weekend da dimenticare. “Dobbiamo restare calmi. Mi rendo conto che possa suonare strano: ma rispetto a loro abbiamo fatto passi avanti, almeno sul giro secco”. Ripetendo un refrain già sentito, continua a scommettere sul progetto SF23, veloce in qualifica e sconfortante in gara: “Non posso immaginare che una macchina si conquisti la prima fila in qualifica e poi in gara non riesca ad andare da nessuna parte. Credo che sia più che altro un problema di gestione delle gomme, dunque di assetto, non una questione di concetto o di filosofia della vettura”.
La guerra è appena iniziata e non è certo il momento di lasciarsi vincere dallo sconforto ma la perplessità nel box è evidente: “Certo che resto della mia idea, non è affatto tutto da buttare. C'è da darsi da fare, ma questo fa parte del mio lavoro. Siamo un po' sorpresi, il ritardo con la mescola più dura è importante. Ma il progetto è sano, non è una questione di concetto e nemmeno di filosofia. Dobbiamo capire meglio l'interpretazione dei vari assetti”. Fa un po’ strano che una vettura sviluppata con attenzione nel corso di un anno abbia già bisogno di rincorrere ma le cose stanno così. A Maranello ne sono ben consci, visto che diversi pezzi nuovi erano già arrivati a Jeddah ma il tempo per risolvere i problemi di passo inizia già a scarseggiare. Visto il calendario serrato, perdere punti potrebbe rivelarsi devastante per le ambizioni della Rossa. Buttare via un sogno mondiale dopo due gare storte sarebbe assurdo ma serve un cambio di marcia immediato.
Vasseur: "Inaccettabile"
Nel box sono tutti consci del problema, come confermato dal team principal Vasseur. “È inaccettabile l’enorme mancanza di passo che abbiamo avuto con le gomme dure. Non ce lo aspettavamo. Dobbiamo analizzare tutta la situazione, e lavorarci duramente fin da domani mattina. Ci rendiamo conto delle nostre debolezze. Di non essere stati in grado di estrarre il vero potenziale della monoposto perché non appena montiamo le gomme dure non riusciamo più ad avere le prestazioni che invece abbiamo con le medie e con le morbide”.
La SF23 finora è stata competitiva solo in qualifica, quando si usano le Pirelli morbide, ma si temeva che l’asfalto di Jeddah avrebbe consumato rapidamente queste gomme. Meno preoccupanti i problemi alle power unit, che saranno usate di nuovo più avanti. La differenza, come succede ogni stagione, la farà il programma di sviluppo e le varie migliorie: “Ne porteremo ad ogni gara, c’è un programma preciso che non dipende dalle performance precedenti. Quelli per l’Australia sono in lavorazione”.
Aprile già decisivo?
La frustrazione dei piloti era già evidente dalle conversazioni alla radio e Sainz non si nasconde: “Abbiamo bisogno di sviluppi. Pensavamo di avere il passo per essere la seconda forza. Oggi invece Mercedes e Aston Martin sono state più veloci di noi. Dobbiamo migliorare”. Leclerc, se possibile, appare ancora più sconsolato: “No, dopo il Bahrain non è del tutto una sorpresa. Dobbiamo lavorare. La Red Bull va più forte di noi ovunque, nei rettilinei e in curva. Rispetto alle altre due invece adesso serve fare un’analisi per capire quali sono i punti deboli che possiamo migliorare. Tra quindici giorni c’è l’Australia, poi avremo tre settimane di sosta. Quello che riusciremo a fare in questo mese diventa quindi fondamentale per tutto il resto della stagione”.
Preoccupante, a parte il secondo di distacco dalle Red Bull, la rinnovata competitività di Mercedes e delle Aston Martin. A parte la grandissima prestazione dell’ex Fernando Alonso, le Frecce Nere si sono scoperte più competitive del previsto, più per demeriti delle Rosse che per meriti propri. Non è detto che l’asturiano imbrocchi sempre gare del genere ma nessuno onestamente prevedeva la bagarre in corso alle spalle di Verstappen e Perez.
Se pure la Mercedes non è del tutto “da buttare” come pensavano in quel di Stoccarda, questa stagione di Formula 1 potrebbe rivelarsi l’ennesimo calvario per i fedelissimi della Scuderia. Tempo per recuperare ce n’è in abbondanza ma a Melbourne la Ferrari si giocherà già parecchio. Una prova deprimente come quella messa sul Mar Rosso sarebbe inaccettabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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