Pd, c'è l'altolà di Zanda: "No a capigruppo renziani"

L'ex capogruppo Zanda frena: "Impensabile capigruppo renziani: serve equilibrio, rispettare tutte le correnti del Pd"

Pd, c'è l'altolà di Zanda: "No a capigruppo renziani"

Il Partito democratico vuole liberarsi di Matteo Renzi e del renzismo. E chiede "equilibrio" anche nelle poltrone dentro e fuori dal partito.

"Per i nostri capigruppo di Camera e Senato, e per le eventuali cariche istituzionali spettanti al Pd, è necessario trovare un serio equilibrio politico nel partito", dice al Corriere proprio l'ex capogruppo al Senato Luigi Zanda, "Non è pensabile che i due capigruppo rappresentino solo l'anima renziana del Pd. Lo stesso varrebbe per qualsiasi altra componente. Berlinguer diceva che non si governa un Paese con il 51%. Vale anche per i gruppi parlamentari, soprattutto oggi perché il Pd non si può permettere spaccature. È il momento dell'unità vera e condivisa".

Il presidente uscente dei senatori - che esclude "in modo categorico" una nuova nomina - parla anche della nuova era che si è aperta all'interno del Pd: "Restiamo all'oggi", dice, "Martina sta facendo molto bene il reggente, è attento alle relazioni umane, ha impostato una gestione aperta a tutti. E viene da quel profondo Nord che dobbiamo riconquistare, come il profondo Sud. Può tenere insieme il partito". E per il prossimo segretario ci saranno le primarie? "Le cariche di partito secondo me andrebbero decise dagli iscritti; le candidature alla guida del governo con una consultazione aperta".

Le parole di Zanda avrebbero creato tensioni tra i parlamentari in vista dell'assemblea che si terrà nel pomeriggio.

In particolare i renziani rivendicherebbero di avere almeno il 55% dei senatori eletti. Una percentuale ben diversa dallo scenario prefigurato dall'ex capogruppo e che rischia di portare a una drammatica conta in Aula.

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