Test 10.000 km alla guida della Peugeot 208 1.2 VTi

Abbiamo guidato la nuova compatta del Leone per un lungo test sulle strade di mezza Italia, scoprendola comoda e silenziosa. L’evoluto tre cilindri 1.2 che muove la 208 è compatto, leggero e davvero poco assetato

La Peugeot 208 1.2 VTi
La Peugeot 208 1.2 VTi

Peugeot 208, nei sei mesi trascorsi dal suo lancio sul mercato, ha fatto registrare numeri da record: 26.000 unità vendute sono infatti una cifra in grande controtendenza rispetto alla media delle vendite auto di questo difficilissimo anno appena trascorso. Proviamo a capire il perché di questo successo.

La parola chiave probabilmente è “downsizing”, tanto di moda di questi tempi: dimensioni ridotte per muoversi agevolmente nel traffico e motori ridotti, nella cubatura e nel numero dei cilindri, per inquinare e consumare meno. La Peugeot 208 rispetto alla 207 è infatti stata alleggerita di ben 173 kg, accorciata di 7 centimetri e ribassata di uno. Anche la motorizzazione d’accesso alla gamma si è ridotta, da 1.4 a 1.2, e da quattro a tre cilindri: il nuovo motore è leggero (-25 kg rispetto al quattro cilindri), compatto e con soluzioni all’avanguardia come i pistoni rivestiti in DLC (diamond like carbon, rivestimento superficiale molto scorrevole), montati disassati rispetto all’asse dei cilindri per ridurre al massimo gli attriti. Tutto ciò consente alla 208 di far registrare consumi ed emissioni da primato: quelli dichiarati sono 4,5 litri/100 km con soli 104 grammi di CO2/km (la media del nostro test utilizzo molto vario e tanta città è stata di 6,4 l/100 km); a calare, però, non sono le prestazioni, che anzi sono incrementate: il nuovo tre cilindri 1.2 è infatti accreditato di ben 82 cv. Il downsizing delle dimensioni esterne non va a discapito dell'abitabilità interna, che migliora rispetto a quella della 207 soprattutto nella parte posteriore, dove i passeggeri hanno 5 centimetri in più per le ginocchia; anche il bagagliaio guadagna 15 dm3 di capacità di carico. Nell’abitacolo la novità più interessante è il display touch-screen da 7", realizzato in collaborazione con Magneti Marelli. Sempre in tema di infotainment non mancano porta USB e Aux (anche bluetooth).

Ma veniamo alle sensazioni di guida della Peugeot 208, con cui abbiamo percorso oltre 10.000 km in poco più di 4 mesi: appena saliti a bordo si nota che il volante è di dimensioni ridotte, bello e sportivo come piace ai giovani, anche se questo limita un po’ la visibilità della strumentazione. La visibilità esterna, invece, è molto buona, nonostante la linea di cintura alta. La 208 è facile e piacevole su ogni tipo di percorso: il motore è molto regolare e grazie ai tre cilindri (che hanno una cilindrata unitaria maggiore rispetto al vecchio quattro cilindri) esprime una coppia consistente sin dai regimi più bassi: ciò consente alla 208 di essere pronta anche nelle marce più alte.

La 208 dimostra di essere molto maneggevole e morbida da guidare in città: il pedale della frizione è leggero e così anche lo sterzo, che si indurisce aumentando la velocità. In curva, inoltre, la 208 è molto stabile: non è certo un’auto sportiva, ma grazie alla coppia sostanziosa esce dalle curve sempre brillantemente.

Se dovessimo trovare un difetto il “sound” del tre cilindri non è appagante (quello motociclistico lo è di più perché gira più alto) ma, visti i consumi così bassi, è un sacrificio che si può fare volentieri.

E che questo sia il trend delle prossime motorizzazioni lo si capisce sia guardando in Casa (Peugeot ha da poco lanciato la versione 1.0 VTi sempre tre cilindri) sia fuori (basti pensare alla Citroёn C1 Deejay, alla Nissan Micra o alla VW UP! - addirittura bicilindrica).

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