Mourinho ha deciso ma prende tempo. Gioca con le parole. Prima di divorziare dall'Inter dovrà parlare con Moratti. E chissà mai che non gli prenda il dubbio. Meglio i danari di Moratti o la gloria e i danari del Real? Il patto con l'Inter è chiaro e ferreo: guai a chi parla di futuro e distoglie l'attenzione dallo scudetto e dalla finale di Champions. E Mou si è adeguato. «Adesso ho solo due obiettivi immediati, vincere a Siena per assicurarmi lo scudetto e fare lo stesso contro il Bayern per alzare al cielo la Champions League. Il resto si vedrà. Come ha già detto il mio agente, Jorge Mendes, non parleremo del mio futuro almeno fino al 23 maggio, quindi non prima della finale di Madrid». Lo ha dichiarato al quotidiano sportivo spagnolo, As.
E non è mancato l'ammiccamento. «Nei miei piani rientra quello di allenare in Spagna, come anche quello di diventare, un giorno, il selezionatore del Portogallo, però questo quando sarò più vecchio, tra 15 o 20 anni, magari un giorno allenerò anche Cristiano Ronaldo, lui è un portento e potrebbe anche reggere fino al mio arrivo».
La finale conquistata ai danni del Barcellona ha portato molti complimenti al tecnico, ma anche qualche critica sull'atteggiamento molto difensivo mostrato dalla squadra nel match di ritorno: «Gli auguri sono arrivati dalla nostra gente, le critiche dai nostri rivali, come succede in queste situazioni».
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