Multe Ecopass, la Corte dei conti boccia i rimborsi

Il parere negativo dei giudici contabili ferma il Comune: l’annullamento dei 72mila verbali del 2008 non è possibile. Niente da fare per chi era entrato nelle corsie preferenziali di corso Magenta e via Lamarmora, Olivetani e Porta Vigentina

Multe Ecopass, 
la Corte dei conti 
boccia i rimborsi

Cari milanesi, mettetevi il cuore in pace. Se siete tra coloro che nel lontano gennaio 2008 entravano nelle quattro corsie riservate ai mezzi pubblici, istituite con Ecopass, lasciate ogni speranza: le multe non potranno essere annullate né rimborsate. Lo stabilisce la Corte dei Conti. Forse non tutti si ricordano che un anno fa il Comune aveva manifestato l’intenzione annullare o rimborsare, per chi avesse già pagato, le multe comminate nel primo mese di Ecopass, per gli accessi in corso Magenta, via degli Olivetani, corso di Porta Vigentina e via Lamarmora. Di fronte alla mole di sanzioni, si parla di 72mila verbali in un mese solo per le 4 corsie riservate ai mezzi Atm, ai ricorsi accolti nella maggior parte dei casi dai giudici di pace e delle proteste di automobilisti e motociclisti aveva riconosciuto l’errore iniziale: la comunicazione non era stata abbastanza efficace e chiara.
I milanesi, rientrati dalle vacanza natalizie, si erano imbattuti nell’introduzione di Ecopass, che rappresentava di per sé una bella rivoluzione per il sistema di viabilità, e nelle corsie preferenziali vietate anche a moto e motorini. I cartelli di Ecopass, secondo i cittadini, si confondevano con quelli di divieto di accesso con il risultato che chi aveva pagato il ticket era entrato in corso Magenta, convinto di essere in regola.
Quando nel gennaio 2009 il governo concede, tendendo la mano al Comune di Roma, un condono per le sanzioni al codice della strada per il 2004 per via di cartelle esattoriali «pazze», a Milano, dove il 70% delle multe viene pagato regolarmente, si accende una lampadina. L’assessore al Bilancio Giacomo Beretta propone di annullare i 72mila verbali di gennaio e di rimborsare chi li avesse già pagati. Gli uffici si mettono al lavoro per trovare dei precedenti - la tassa sul lusso restituita in Sardegna - o sentenze per individuare una modalità di annullamento dei verbali «ingiusti». Ma la legge non lo consente: ieri è arrivato il parere ufficiale della Corte dei conti che giudica inammissibile i rimborsi, pena l’accusa di danno erariale per il costo delle notifiche. Per i giudici contabili - la motivazione - i milanesi erano stati avvertiti: i cartelli c’erano. Poco importa se i giudici di pace hanno accolto tutti i ricorsi presentati per le multe nelle corsie preferenziali in questione proprio perché «la segnaletica era ambigua e poco chiara».
Il Comune non potrà quindi restituire ai milanesi i 3,5 milioni di euro incassati per i primi 42mila verbali saldati né annullare i 13mila restanti, per un valore di 600mila euro, che arriveranno a dicembre.

«Questo episodio ci servirà di lezione per il futuro - l’amaro commento dell’assessore al Bilancio Giacomo Beretta - la prossima volta, prima di introdurre delle novità di questo tipo, ci assicureremo di aver informato a sufficienza i milanesi».

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