«Io sono stato tante cose, ma alla fine non sono nessuno», scriveva Tiziano Terzani. Noi aggiungiamo che nella vita sarebbe bello essere un po' tutto, appropriandosi per un po' di un pezzettino delle vite degli altri. Spesse volte ci è capitato di correre dietro a cose che in realtà non ci appartenevano realmente, di appassionarci a mestieri che poi si sono rivelati deludenti e addirittura frustranti. Ci siamo fatti piacere tutto pur di lavorare. Stritolati da un meccanismo dal quale non siamo mai riusciti più ad uscire. Per questo motivo un giornalista toscano ha proposto al crowdfunding italiano Eppela un sogno, quello che magari molti hanno immaginato di fare nella loro vita ma che nessuno ha avuto il coraggio di tentare, scoraggiato dagli ostacoli economici o burocratici della società.
Mettersi nei panni degli altri o come dicono gli inglesi in your shoes per un limitato periodo di tempo. Fare un lavoro diverso da quello che ci hanno o ci siamo cuciti addosso, o meglio sceglierci i lavori che ci piacciono di più, che ci incuriosiscono, provandoli tutti, forti del fatto che non sarà per sempre, ma solo per un tempo determinato e sicuri del fatto che dopo di quello ne arriverà un altro.
Anche se non ci piacesse (non deve necessariamente essere un bel lavoro), sarebbe comunque come vivere in un gioco, poterlo provare sapendo che avrà una scadenza. Dopodiché si potrà passare a quello nuovo, con un'azienda già pronta a ricevere le vostre prestazioni per un altro periodo limitato di tempo. Ogni lavoro può essere bello se si ha la certezza che non sarà per sempre.
Perché non è vero che ognuno di noi sa fare una cosa sola. Ci costruiamo attorno questo alibi, perché a volte ci fa comodo, a volte non ne possiamo fare a meno. In verità le nostre capacità sono molteplici e ci permetteranno di affrontare e sviluppare le nostre idee e ogni lavoro che vorremo intraprendere. Ma succede che ci infiliamo in vicoli ciechi, in strade senza uscita dalle quali a volte è difficile trovare un varco. Trovare il lavoro della propria vita è una cosa rara e spesso la crisi mette i bastoni fra le ruote. Ma in fondo, l'idea di un impiego a lungo termine è ormai datata e anche noiosa. Siamo tutti dei free lance nella vita. Siamo nati liberi e così dobbiamo rimanere.
In un periodo dove l'incertezza regna sovrana, a maggior ragione quella che riguarda il mondo del lavoro, con migliaia di giovani in cerca di una occupazione e migliaia di esodati che l'hanno persa ad età matura, ora esiste la possibilità di riscattarsi con un sistema originale e innovativo. Uno stile di vita perlopiù. «Quello che noi proponiamo è un ossimoro: un lavoro a tempo determinato sì, ma continuativo. Un circuito di aziende selezionate da noi che offriranno una vasta scelta di professioni, pronte ad assumervi per un determinato periodo di tempo (circa due anni), con un contratto a termine (non da stagista) retribuito con uno stipendio decoroso e prestabilito determinato in rapporto al profilo del cliente». Naturalmente una più chiara legislazione in merito, rivolta ad abbassare il costo del lavoro per le aziende disposte ad assumere, agevolerebbe questo tipo di percorso.
Un viaggio che porta alla ricerca del nostro vero io, quello che è dentro di noi. Da oggi mai più 40 anni in un unico posto di lavoro. Mai più le solite facce, i soliti colleghi, le solite mansioni, la noia della stessa routine quotidiana. Quante volte ci siamo trovati a dire: chissà come sarebbe fare quel lavoro? Ora esiste questa possibilità: il precariato non è più una dannazione ma un'opportunità.
A volte è proprio il posto fisso che inaridisce le nostre vite, che prosciuga le nostre idee, che uccide tutti gli stimoli e la creatività che soggiace in ognuno di noi, e questo ci porta alla depressione, a volte addirittura alla disperazione. Senza ambizione, intraprendenza, voglia di provare e azzardare, capacità di spostarsi e ricominciare da zero, non esistono prospettive future.
Dato che la situazione economica e sociale induce tanti giovani a fuggire all'estero per trovare lavoro o a peregrinare da un posto di lavoro ad un altro come zombie, per anni ed anni, senza la certezza di essere assunti e senza la sicurezza di trovare un altro lavoro dopo aver perso il proprio, allora tanto vale regolare questa pratica in maniera sistematica ed organizzata. Come si dice, se non si può abbattere il nemico, almeno facciamocelo amico.
Ecco che il Multilavoro mira a insinuarsi così nel nostro modo di concepire la vita quotidiana e il lavoro, in maniera capillare e rigorosa. Un nuovo modo di approcciare alla vita e alla società, dunque. Se non possiamo o non vogliamo volare in paradisi lontani per ricominciare una nuova vita, almeno facciamo in modo di rendere stimolante quella presente.
Una visione diversa della società vista con gli occhi di chi è alla continua ricerca, di chi non si arrende, di chi non è abituato ad accontentarsi della prima cosa che gli capita sotto mano, purché allettante, di chi ha voglia di fare tante esperienze, di buttarsi in avventure nuove e rimescolare un po' le carte della propria esistenza.
Da oggi chi sta cercando una strada diversa può farlo scegliendo quella del Multilavoro, e potrà così provare tanti tipi di vita differenti, disegnandosi addosso la tipologia (o meglio le tipologie) di professione che vorrebbe provare a fare, non importa se migliore o peggiore di quella precedente: diversa. Questo può avvenire in una zona precisa, ma se preferisce spostarsi altrove lo deciderà insieme al proprio consulente col quale appronterà il piano professionale che vorrebbe portare avanti.
Il Multilavoro si rivolge non solo a chi sta cercando lavoro, ma anche a chi vuole cambiarlo causa stress o mancanza di stimoli e prospettive, insoddisfazione insomma. Se il lavoro che si sta facendo non è quello che volevamo, tanto vale cambiarlo. A beneficiare di questo progetto saranno proprio i sostenitori dello stesso e le aziende che aderiranno a questo circuito che potrebbero usufruire del Multilavoro per sostituzioni con un tempo di affiancamento limitato.
I fondi raccolti con Eppela serviranno per avviare il processo di reclutamento delle aziende che decideranno di aderire al progetto, per la realizzazione di una piattaforma internet dove poter mettere in comunicazione e far interagire le aziende stesse con coloro disposti a tuffarsi nell'avventura del Multilavoro e, infine, allacciare un numero verde dedicato che possa fornire tutte le informazioni necessarie agli utenti.
Un uomo potrebbe provare a fare il cameriere, il receptionist, il muratore, l'imbianchino, l'autista, lo spazzino, il giardiniere, il tipografo, il bagnino, il barista, il benzinaio, il pescatore, il falegname, il piastrellista, il meccanico, il manutentore di piscine, l'aiuto cuoco, il maggiordomo, il tester di materassi, il croupier, l'investigatore privato, e tutte le professioni che possono venirgli in mente a seconda del suo profilo.
Una donna potrebbe diventare una visagista, un'estetista, una hostess di volo o di terra, una tour operator, una train manager, un aiuto parrucchiera, un aiuto infermiera, una barista, un'educatrice, una baby sitter, una segretaria d'azienda, un'organizzatrice di eventi, una provetta sarta, una wedding planner, una cameriera, una barista, una profumiera, una fiorista, una dog sitter, una commessa, una giornalista e così via.
È il nostro slogan, ogni lavoro può essere bello se si ha la certezza che non sarà per sempre. Perché è appurato: col tempo ogni professione cambia di colore. È il tempo che passa a provocare questo effetto, fisiologico al trascorrere degli anni.
Naturalmente ci potranno essere diversi livelli di professione nel circuito di aziende che aderiranno al progetto Multilavoro in base al titolo di studio o alla volontà personale del singolo. Una cosa è certa: qui non contano le esperienze trascorse, non sentirete mai dirvi «cerchiamo qualcuno con esperienza nel settore», e meno che mai le raccomandazioni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.