La musica spaziale dei Coldplay tra Luna, amore e Brian Eno

Il nuovo disco "Moon music" è un "concept" che mescola (poco) rock e (molta) elettronica: "Un invito alla positività"

La musica spaziale dei Coldplay tra Luna, amore e Brian Eno
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Bastano pochi secondi di Moon music per entrare nella galassia dei Coldplay, l'unico gruppo supermarket della storia attuale: la loro musica è piena di scaffali, ognuno con una merce, pardon, una tendenza, un pensiero, una sensibilità in esposizione. Da Brian Eno alla sostenibilità ambientale, dall'assorbimento delle negatività al gigantesco Nile Rodgers. E anche questo nuovo attesissimo album (Moon music, appunto, che esce domani 4 ottobre) conferma di essere un disco semplice ma complesso, pieno di sfaccettature spesso incompatibili tra loro ma sposate dallo stesso talento e dalla stessa visione, cosa che ormai è un «plus» sulla scena musicale mondiale così frammentata e opportunista.

Insomma, è il (bel) disco che ci si aspettava dopo Music of the spheres di tre anni fa e che sfrutta il tema dello spazio e dei misteri dell'universo come paradigma di lettura della vita. Detto così, sembra un tema da guru indiano di fine anni Sessanta e invece no: qui c'è una visione estremamente moderna, molto godibile e per nulla manierata, di uno stile di vita che la band mette in pratica ogni giorno pubblicamente, senza cadute di stile o paraculate a uso social.

Già il primo singolo feelslikeimfallinginlove (tutto attaccato) era il biglietto da visita di dieci canzoni che sono una sublimazione siderale del rock e concedono poco ad arrangiamenti stucchevoli o a divagazioni fine a se stesse. E si rivelano, nel complesso, una ventata di positività che spicca nella confusione pessimista che si ascolta in giro.

Non è solo merito di Brian Eno, l'enorme epocale Brian Eno, che compone, suona e anche canta in One world. E neppure di Nile Rodgers, un altro gigante ma anche un altro mondo, che firma Good feelings nella quale appare anche Victoria Canal, la cantautrice spagnola nata senza un braccio che ha trasformato la disabilità in una forza creativa. Sono anche residuali, magari un tantino familistiche, le apparizioni di Apple Martin, figlia del leader e cantante Chris, tra gli autori di feelslikeimfallinginlove e tra le voci di One World. Ciò che conta è che questo disco, registrato tra luglio e agosto nello studio Punta Paloma a Tarifa in Spagna, non perde tensione dall'inizio alla fine, non si perde per strada e distribuisce emozioni con garbo per tutte le dieci canzoni. «Moon music è la nostra risposta a tutti i conflitti interni ed esterni - ha spiegato Chris Martin - è il modo in cui noi, come band, ci sentiamo su tutto, il modo in cui cerchiamo di rimanere positivi in un mondo in cui sembra che ci sia così tanta negatività». Per capirci, «questo disco parla di non arrendersi».

Le atmosfere sono sempre rilassate, ma non sonnolente. E brani come iAAM, che sta per «I am a mountain», ed è incluso nel videogioco Fifa, o quella immediatamente successiva Aeterna, sprizzano energia misurata, persino senza tempo perché fanno parte di quel catalogo musicale di suoni che rinascono epoca dopo epoca senza sembrare vecchi o superati.

In sostanza, in Moon music ci sono tutti i punti cardinali dei Coldplay, una band da record visto che sono i primi a superare il traguardo degli 85 milioni di ascoltatori mensili su Spotify e ad aver incassato oltre un miliardo di dollari con il loro ultimo tour, cosa che per una gruppo rock è un vero record. A proposito. Il prossimo anno i Coldplay si esibiranno per dieci concerti pressoché consecutivi allo stadio Wembley di Londra, battendo il primato di Taylor Swift e Take That. Ma non solo. A differenza di altre megastar, spesso troppo autoreferenziali, i Coldplay non si prendono troppo sul serio, nonostante la pioggia di affetto e dischi di platino che li circonda. Pochi giorni fa Chris Martin si è travestito da uomo d'affari un po' spiegazzato ed è salito sul piccolo palco del Dino's Lounge di Las Vegas (piccolo rispetto alle misure Coldplay) per cantare il nuovo singolo All my love, che inizia al piano e trova nella sua voce un perno malinconico e sognante.

Erano apparsi al mondo come i nuovi U2, questi Coldplay, ma poi nel frattempo sono diventati altro, hanno trovato un'altra dimensione meno chitarrosa, forse meno guerrillera e più sganciata dalle lezioni del blues, del rock e del punk.

E oggi sono senza dubbio la rock band più colossale del pianeta, e anche la più simpaticamente piaciona. «Più invecchio e più credo che l'amore sia l'unica risposta», ha detto Martin come tantissimi altri prima di lui superando la soglia dei quarant'anni. Però ci ha aggiunto che «ci sono molti tipi diversi di amore e questo disco parla di tutti i colori dell'amore, ossia imparare ad amare se stessi, nonostante tutte le folli voci critiche che abbiamo dentro».

E forse è per questo che, tutto sommato, Moon music è un album cinematografico, un film dell'animo

che, scena dopo scena, arriva a comporre una sinfonia lunare, eterea ma che, a differenza della Luna, riesce a brillare di luce propria. Alla fine sono questi gli album concept che fanno bene alla musica, oggi, nel 2024.

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