Bestiario, l'Educhigna

L’Educhigna è un animale leggendario che esalta la nudità delle donne ma poi vuole entrare nelle scuole ad educare alla sessualità

Bestiario, l'Educhigna
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L’Educhigna è un essere mitologico che si inventa acrobazie linguistiche per giustificare la mercificazione del corpo delle donne. Sui palchi dei concerti al femminile come nei videoclip musicali assistiamo a fantastici balletti ad altissimo tasso erotico dove le coreografie, le mosse esplicite, gli ammiccamenti e i pochissimi vestiti sono la riproduzione di rapporti sessuali in tutte le sue forme, tanto che il Kamasutra si vergogna. Le grandi artiste, non soddisfatte delle loro visite ginecologiche a distanza, teorizzano il significato sociologico delle loro performance senza mutande con pensieri straordinariamente originali per cui spogliarsi significa sentirsi liberi.

Ed ecco che in questo contesto entra in gioco l’Educhigna che difende la nudità dalle critiche inevitabili di mercificazione. L’Educhigna è studiata e ci spiega che "In Italia non si tollerano" le donne che sono “azioniste” della loro nudità. La nudità è vulnerabilità e svantaggio, ma nella sua scarsa accettabilità sociale è anche sfida. Mette in discussione il disagio. Fa riflettere su come la disuguaglianza influenzi le esperienze e le scelte di ciascuno di noi. Boh! Al di là del fatto che l’espressione “azioniste della loro nudità” è molto pericolosa in quanto riconduce al mestiere più antico del mondo, è curioso che la nudità sia l’esaltazione della libertà se proviene da una certa parte ideologica, mentre dall’altra si chiama sessismo.

Ma veniamo al dunque. L’Educhigna non si rende conto, oppure sì, ma è in cattiva fede, che le “azioniste del proprio corpo” propongono un modello di donna agli occhi delle giovani e dei giovani, che ha bisogno di apparire per essere e chi, se non ha le caratteristiche fisiche per apparire, è tagliato fuori da un sistema che non ha nulla di meritocratico. L’Educhigna dimentica forse che queste icone influenzano milioni di giovani. E più potente un video clip di trenta secondi che ore scolastiche dedicate all’educazione all’effettività.

Se ci fosse realmente la volontà di educare a un pensiero edificante bisognerebbe preoccuparsi di quei programmi televisivi apparentemente innocui e svuota cervelli dove la libertà di mettersi a nudo comporta una contrapposizione sempre divisiva e verbalmente violenta che niente a che fare con il rispetto dell’altro.

Il mondo dei social propone la nudità in ogni tipo di forma facilmente reperibile che non ha nulla a che fare con la libertà, a meno che per libertà s’intenda monetizzazione facile a scapito della propria dignità.

Tante parole, forse inutili, si potrebbero sintetizzare in una sola frase: “Taylor Swift persona dell’anno”. Ha battuto la Barbie. Buon anno.

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