Amadeus replica a Matteo Salvini, Benigni osanna la Costituzione davanti al presidente Mattarella, Fedez attacca il governo e la Enogu accusa l’Italia di essere un Paese razzista. Il Festival di Sanremo è sempre stato il Festival delle polemiche, ma stavolta la manifestazione canora ha assunto dei connotati fortemente anti-Meloni.
“Il Festival è una manifestazione che chiama a sé milioni di Italiani. Non ci interessa la polemica politica. Domani vi è l’occasione per riunire tutti gli Italiani in un momento di ricordo delle vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano dalmata. Amadeus non la sprechi”, dice il capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, parlando con ilGiornale.it. Anche Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura alla Camera, si mostra in piena sintonia col cantante Simone Cristicchi sulla necessità di ricordare le vittime delle Foibe, ma invita il Festival a dare maggiore attenzione alle canzoni e sentenzia: “Siamo un Paese libero e ognuno canta e dice ciò che vuole tanto gli italiani sono liberi di pensare e votare come vogliono”. Il senatore forzista Maurizio Gasparri, invece, non intende alimentare ulteriori polemiche attorno al Festival, ma chiede trasparenza sul cachet del premio Oscar toscano: “Quanto è stato pagato Roberto Benigni? Molto? Poco? Zero? Personalmente, credo che non dovesse essere pagato perché andare a parlare della Costituzione davanti al presidente della Repubblica è un onore, non un lavoro”.
Il senatore leghista Giorgio Maria Bergesio, che fino alla scorsa legislatura era membro della commissione di vigilanza Rai proprio come Gasparri, ricorda il valore, internazionale del Festival e avverte: “Questi interventi polemici senza confronto non servono a nulla se non a tenera alta l’attenzione sul momento”. Bergesio, pertanto, critica “chi se ne esce con battute infelici su temi che non c’entrano nulla e perché forse cerca un protagonismo che gli manca”. Il parlamentare del Carroccio censura la performance del cantante Blanco e sottolinea che certi atteggiamenti non appartengono allo “spirito di una Tv di stato che vive grazie al canone dei cittadini”. Mollicone, invece, punta il dito contro Fedez: “Ognuno, poi, è libero di dire quello che vuole, ma sarebbe importante che non lo facesse durante la campagna elettorale perché si rischia di violare la par condicio. Detto ciò, ho apprezzato la stigmatizzazione fatta dal direttore Coletta”.
Dall’opposizione, invece, il deputato renziano Davide Faraone minimizza: “Se qualcuno pensa che gli italiani si lascino condizionare da Fedez hanno un’opinione del nostro popolo veramente scadente. È spettacolo, sono canzoni, eviterei di scambiare Sanremo per una tribuna politica”.
Faraone, infine, difende l’intervento di Benigni: “Non l’ho visto proprio come un intervento contro il governo o a favore di una parte, semmai mi è sembrato un messaggio di unità e pacificazione nazionale. Colui che poi lo ha politicizzato è stato Salvini con dichiarazioni che si sarebbe potuto risparmiare”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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