Morto Quincy Jones, il genio che accese gli anni '80

La leggenda della musica, discografico di Frank Sinatra, Barbra Streisand e Michael Jackson, aveva 91 anni

Morto Quincy Jones, il genio che accese gli anni '80
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Una volta tanto il termine leggenda non è esagerato. Come definireste un musicista che a 10 anni giocava e suonava con Ray Charles, a 18 suonava la tromba con Lionel Hamilton e poi diventò il trombettista di Elvis durante le esibizioni tv mentre a New York era il discografico di Frank Sinatra e Barbra Streisand e in Italia produceva una canzone per Tony Renis (Cara Fatina/Lettera a Pinocchio)? E poi “Thriller”. Quincy Jones ha prodotto il disco del 1982 di Michael Jackson che è diventato il più venduto della storia, uno dei più influenti e senza dubbio il più redditizio. Insomma Quincy Jones è morto ieri 3 novembre a 91 anni circondato dalla famiglia (3 mogli, sette figli, decine di nipoti), nella sua casa di Bel Air a Los Angeles. A proposito, è stato anche produttore di “Willy, il principe di Bel Air” la serie tv che lancò Will Smith.

Strana la vita di questo gigante nero nato a Chicago nel 1933 si dice da un trafficante di schiavi che si era innamorato di una sua schiava, poi affetta da problemi mentali. Studia il giusto, Quincy Delight Jones Jr, ma poi la musica lo richiama sempre più potentemente e inizia una delle corse più stupefacenti, esaltanti e inimitabili della storia musicale ma anche dell’”american dream” visto che solo negli Stati Uniti allora si poteva partire da zero e arrivare a incamerare 26 Grammy Award, dicesi 26, con 76 nomination. In poche parole, Quincy Jones è stato una delle figure chiave della musica per tutta la seconda metà del Novecento e rimarrà nella storia per essere stato l’uomo che ha acceso gli anni Ottanta.

Dunque riassumiamo. Nel 1974 un aneurisma lo costrinse a un anno di convalescenza e alla scelta più difficile: smettere di suonare la tromba perché, suonando, l’aumento improvviso della pressione endocranica avrebbe potuto ucciderlo per davvero. Nel 1979 produce Off the wall di Michael Jackson che fu il rullo di tamburi in attesa della grande svolta. Quando nel 1982 uscì Thriller si capì che gli anni Settanta erano finiti e che anche la musica si apriva a un altro mondo, a nuovi incroci, a nuove mode. Il merito fu naturalmente di Michael Jackson, ma senza Quincy Jones l’operazione Thriller non sarebbe stata ciò che in effetti diventò: un pezzo di storia.

Da allora i due collaborarono ancora per il disco Bad e, soprattutto, per la gigantesca operazione “We are the world”, brano memorabile perché cantato dal meglio del pop di allora (era il 1985) ma anche perché raccoglieva fondi per le vittime delle carestie in Africa. Da allora Quincy Jones si è dedicato a centinaia di altri progetti, ha persino suonato con Herbie Hancock in un disco per Ennio Morricone e, infine, per ultimo ha collaborato con uno dei nomi più sorprendenti degli ultimi anni, ossia The Weeknd. Ora che se ne è andato, è simbolicamente finita anche la fase della musica suonata per davvero dai musicisti e nata spesso per caso dal guizzo di talento e genialità.

Siamo in un’altra fase, decisamente all’opposto di quella nella quale era diventato grande Quincy Jones che ora chiude la porta a 91 anni dopo aver aperto un’epoca e, per dirla tutta, aver anche aggiornato il termine leggenda.

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