Negramaro da 10, l'anima di Diodato (9), nessun guizzo per Rose Villain (4): le pagelle della terza serata di Sanremo

Tutte le pagelle della terza serata del Festival di Sanremo 2024

Negramaro da 10, l'anima di Diodato (9), nessun guizzo per Rose Villain (4): le pagelle della terza serata di Sanremo
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IL TRE - Fragili

Tutto è perfetto, la storia, il personaggio, l’appeal del brano. Ma l’insieme è troppo vaporoso e risulta posticcio VOTO 5

MANINNI – Spettacolare

Non ha ancora trovato quel guizzo che risvegli una canzone dignitosa ma non esaltante. Un esercizio di maniera. Lui è meglio della canzone, che non meritava un debutto del genere VOTO 4,5

BNKR44 – Governo punk

Sono i manga dell’Ariston, una band a geometria variabile che non ha un centro di gravità permanente. Per loro il Festival è stato una scommessa che rischia di essere persa senza appello. VOTO 4

SANTI FRANCESI – L’amore in bocca

Sono arrivati in punta di piedi ma lasceranno un segno con il loro elettrorock “in quota Subsonica”. Se ci sono realtà (vere, no filtri) sulle quali puntare, eccone una. VOTO 8

MR. RAIN – Due altalene

La storia che ispira il brano è vera e devastante (padre che uccide i due figli di 13 e 7 anni e poi si suicida) ma Mr Rain ha troppo garbo per raccontarla davvero. Per diventare un manifesto, una canzone deve essere fatta di slogan chiari. VOTO 5.5

MASSIMO GILETTI

Raggiunto da Amadeus in platea, fa con il suo garbo il ritorno ufficiale in Rai e le aspettative sono tante. Bentornato VOTO 8

EROS RAMAZZOTTI

Qui festeggia non solo i quarant’anni di Terra promessa ma anche l’idea e i ricordi di un Festival che non c’è più ma che ha lasciato tracce profonde nella storia. Ed è anche più empatico del solito VOTO 9

ROSE VILLAIN – Click boom!

Sconta un brano che è un collage di ritmi e atmosfere. E, cosa ancora più grave in ottica festivaliera, non ha fatto quello scarto in avanti che sarebbe stato necessario. VOTO 4

ALESSANDRA AMOROSO – Fino a qui

Uno dei brani più belli di questa edizione ha bisogno di “impossessarsi” dell’ascoltatore. E ci sta riuscendo. A questo giro Amoroso è una delle cose più preziose. VOTO 8

RICCHI E POVERI – Ma non tutta la vita

Fedeli alla linea, cantano bene alla loro maniera spalmandosi nella melodia. Sono i Ricchi e Poveri, non i Grateful Dead, e questo brano non delude. VOTO 7

ANGELINA MANGO – La noia

Seconda apparizione sul palco, altro passo avanti. Angelina Mango fa ciò che deve fare chi esce alla grande da un Festival: migliorare ogni volta. Il brano, poi, vale il biglietto. VOTO 8,5

DIODATO – Ti muovi

Sempre sia diodato l’unico cantautore puro di questo Festival. “Ti muovi” forse funziona meglio dal vivo che nella incisione in studio perché Diodato ci mette un’anima grande così. VOTO 9

GHALI – Casa mia

Ennò Ghali, non puoi presentarti con i guanti bianchi che ricordano Michael Jackson perché è come se io scrivessi un articolo con la Lettera 22 di Montanelli. E’ lecito, ma eviterei. Comunque il brano funziona e sarà uno di quelli che resisteranno di più. VOTO 7

NEGRAMARO – Ricominciamo tutto

Sentiti e risentiti il voto non cambia. VOTO 10

FIORELLA MANNOIA - Mariposa

Forse meno entusiasmante della prima serata, resta comunque a livelli siderali. Anche se magari non ha il proprio brano migliore, porta a casa una pagella alta. VOTO 8

RUSSELL CROWE

Con la sua prodigiosa band The Gentlemen Barbers dà dimostrazione di grande blues suonato meglio di quanto questa star lo canti. Bravo ma non bravissimo. VOTO 7

SANGIOVANNI – Finiscimi

Dedica ai suoi genitori la canzone scritta per chiedere scusa alla ex fidanzata. Questo artista è migliore della canzone, ma è comunque un respiro originale in questo Festival. VOTO 7

LA SAD – Autodistruttivo

Per fortuna nella serata delle cover avranno con loro Donatella Rettore. Così potranno imparare qualcosa. Un gruppo troppo caricaturale per durare, un gruppo troppo vuoto per non farsi la domanda più semplice: ma davvero meritavano l’Ariston? VOTO 3

TERESA MANNINO

Molto più efficace e incisiva in sala stampa che nel monologo all’Ariston a tinte retoriche sul “potere di” che è meglio del “potere su”. Per il resto è frizzante e a tratti divertente. VOTO 6

GIANNI MORANDI

Quando inizia “Apri tutte le porte” lancia un saluto beneaugurante a Jovanotti e poi fa ballare tutto l’Ariston. Questi sono i volti del Festival che piaceranno per sempre e non a caso rimarranno nella storia. E chissenefrega di qualche sbavatura nelle interpretazioni, il Festival non è (solo) un esame. VOTO 10

AMADEUS

In mattinata si era duramente sfogato contro le (eccessive) critiche sul “caso Travolta” e durante la serata ha messo sul palco tutta la propria professionalità. Ma non era al meglio, questa polemica ha lasciato un segno. VOTO 8-

PAOLO JANNACCI

Il figlio di Enzo si esibisce con il gigantesco drammaturgo Stefano Massini, vincitore di cinque Tony Award un paio di anni fa. E’ uno dei momenti più alti della serata. VOTO 9

FIORELLO

I grandi artisti non sono caterpillar che passano sopra a tutte le critiche.

Si capisce che ha accusato la bocciatura sul “Ballo del qua qua” con John Travolta che, peraltro, aveva accettato di farlo e quindi è inutile che s’incazzi. Forza Fiorello, queste sono pinzillacchere e questo Festival aspetta te. VOTO COMUNQUE 10

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