La provocazione di Ghali: l'arabo nel medley "Italiano vero"

Continua la missione politica del rapper, che prima di cantare "L'italiano" di Toto Cutugno ha intonato qualche verso in arabo

La provocazione di Ghali: l'arabo nel medley "Italiano vero"
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Molti si sono chiesti cosa avrebbe cantato Ghali nel medley "Italiano vero" nella quarta serata del Festival di Sanremo. O meglio, si sono chiesti come avrebbe presentato il manifesto politico. Da sempre in prima fila per le questioni pro-migranti, il rapper di origini tunisine si è esibito al fianco di Rat Chopper e ha regalato grandi soddisfazioni alla sinistra, soprattutto alla fazione radical chic: prima di intonare "Cara Italia" e di rendere omaggio a "L'italiano" di Toto Cutugno, ha cantato alcuni versi in arabo del brano "Bayna". E, ancora, ha salutato il pubblico sia in italiano che al modo dei musulmani: "Ciao. Salam-Aleikum". In altri termini: ecco i veri italiani di oggi, compagni e iper-progressisti in visibilio, il Pd riparta da Ghali. Sì, perché osservando i social nessuno ha commentato l'esibizione di Ghali - nemmeno le stecche sfuggite all'autotune - ma è stato un trionfo di complimenti per l'attacco mascherato al governo Meloni.

Ma la sortita del trentenne che sa di spot pro ius soli parte da lontano. Nel 2020, quando fu ospite del Festival, promise di tornare sul palco dell'Ariston e di cantare in arabo. E non solo. Tornando ai brani cantati, "Bayna" è il brano d'apertura dell'album di Ghali "Sensazione Ultra" ed ha ispirato il nome della rescue boat donata dall'artista a Mediterranea Saving Humans. Operativa da marzo, l'imbarcazione lo scorso novembre ha contribuito a mettere in salvo 227 vite umane nel Mediterraneo, tra cui un bimbo di due mesi, il più piccolo mai salvato.

Il testo della parte in arabo di "Bayna", portata sul palco stasera, recita: "La tristezza potrebbe aver preso il sopravvento su di me, il tempo è passato/Pensavi che la tua freddezza sarebbe stata eterna/Hai iniziato a incolparmi/Con l'anima della mia ombra ho volato alto/Anche se le nuvole erano cupe/Anche se sono stato sfortunato/Guardando negli occhi le persone che hanno tradito, non lo dimenticherò/Ma le mie intenzioni erano sempre buone/Dimmi solo che non lo sapevo/E i miei occhi non vedevano un percorso chiaro/Ma è chiaro ed evidente/Niente è impossibile/Ma è chiaro ed evidente/Questo non durerà per sempre".

Ghali è sicuramente preparato ad affrontare le critiche, considerando che non si tratta certamente della prima provocazione della sua carriera. Come dimenticare le polemiche scaturite propro dal brano in gara a Sabreni, ossia “Casa mia”. "Ma, come fate a dire che qui è tutto normale| Per tracciare un confine| Con linee immaginarie bombardate un ospedale| Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane| Non c’è mai pace", canta Ghali: non ci sono riferimenti a quanto sta accadendo in Medio Oriente, ma è già diventato un inno per i pro-Palestina. Inevitabile il risentimento della comunità ebraica di Milano, città dell’artista: “Un’esibizione che ha ferito molti spettatori.

Ghali ha proposto una canzone per gli abitanti di Gaza, ma a differenza di Ghali non possiamo dimenticare che questa terribile guerra è il prodotto di quanto successo il 7 ottobre”, il j’accuse del presidente Walker Meghnagi. Forse pochi ricorderanno la canzone, ma molti le polemiche.

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