Il salotto di Anzovino, un viaggio (pianistico) tra diversi stili musicali

Il musicista ha fatto tappa ai Filodrammatici di Milano, presentando il suo nuovo album "Atelier". In oltre due ore, ha raccontato attraverso brani "cinematografici" la sua ventennale carriera di virtuoso, compositore e improvvisatore

Il salotto di Anzovino, un viaggio (pianistico) tra diversi stili musicali
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Come in un salotto, romantico, dell'Ottocento. Il 17 marzo, al Teatro Filodrammatici di Milano, il compositore-improvvisatore Remo Anzovino da Pordenone, attraverso la presentazione del nuovo album "Atelier", nella formula "piano solo", ha fatto compiere, al pubblico, un viaggio nella sua produzione, celebrando fra l'altro i suoi primi venti anni di attività artistica. Grande partecipazione, tra il pubblico anche diversi musicisti-colleghi, alcuni impegnati su generi differenti, molto più complessi, ma, evidentemente, comunque attratti da questo autore post-moderno. Tanti fan e amanti della melodia e dello strumento, evidente, ovazioni continue. Anche sui social il virtuoso, musicista solido sia come autore sia come esecutore, spopola.

Anzovino fa parte di una "comunità" di Maestri che della tastiera ha fatto una ideale leva per (ri)sollevare il mondo (tra gli altri più noti, sicuramente Cacciapaglia e Einaudi); lui ha uno stile, un linguaggio "caldo", una capacità di influire sulle emozioni, anche di chi segue pianeti musicali più complessi, come si diceva, mondi dove l'esplorazione del suono e della improvvisazione raggiungono altri lidi. Resiste, eccome, il fascino del "salotto", della melodia ben fatta, del pianoforte che se ben trattato è come una orchestra sinfonica. In tutto questo Remo Anzovino ha raggiunto la sua maturità, già da un bel po' di tempo, sia da un punto di vista della scrittura, sia dal punto di vista della capacità di vivere con massimo profitto la performance.

Durante il "live", dunque, una sfilata di vecchi e nuovi titoli: come "Chaplin", "Irenelle", "Life" e "Galilei". Musicista e show-man che conosce il suo territorio: durante l'evento il pianista, vestito un po' come un creativo del design, non ha mancato di intrattenere il pubblico, fra alcuni brani e altri, raccontando di sé, del suo modo di creare, storie legate alla nascita dei brani. Scelta giusta, perché comunque un concerto di "solo strumento" ha bisogno di pause, di qualche parola, soprattutto in un ambito di spettacolo come questo. Che dire del suo stile, della sua cifra: è un artista ancora capace di comporre melodie che prendono dentro, dopo che il mondo della melodia, come ben sappiamo, è già stato "spremuto" in tutti i modi possibili e immaginabili; eppure lui ha trovato la sua strada, una sintesi dal sapore cinematografico, incrociando stili e linguaggi (dalla classica al jazz, dall'etnica alla contemporanea, ben evidente anche l'approccio minimalista).

Fatte le dovute proporzioni, come Chopin, Morricone e Nyman, riprendendo il modo di seguire le melodie suonate come Jarrett... Anzovino riesce ancora a far sognare a occhi aperti... Il tour continua: il 25 e 26 marzo a Palermo, 27 a Catania, 4 aprile a Bologna e 10 a Napoli, 12 a Roma, 16 a Padova e 3 maggio a Bari.

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