No, non si esagera a dire il "gran ritorno per Riccardo Cocciante", sulle scene. La sua voce graffiante, scura, intensa. Ieri sera, il musicista-cantante, è stato protagonista del secondo concerto milanese agli Arcimboldi, praticamente sold out. Si potrebbe dire "effetto Cocciante" per un pubblico di adulti, prevalentemente, fan storici ma anche recenti di una certa generazione. "Effetto Cocciante" per un pubblico per buona parte dell'evento molto composto (del resto l'artista che si è riproposto come all'origine, con la band elettrica ma non solo, non è uno scatenato del rock), ma che verso la fine si è lasciato andare accedendo le torce dei cellulari, cantando con il "beniamino" alcune delle canzoni più note (da "Celeste nostalgia" a "Se stiamo insieme ci sarà un perché"). L'"effetto Cocciante" è quella "cosa" che può giungere da uno come lui - e pochi altri -, consiste in questo: alla fine del "live", dopo due ore e mezzo di emozioni in parole e musica, si prova un certo languore, dal sapore romantico, dicono i vari testimoni sentiti in sala. Molte signore. Anche il cuore più duro, di ghisa o di latta, può capitolare sotto i colpi di pezzi come "Un buco nel cuore", "Cervo a primavera", "Poesia", senza contare le universali "Bella senz'anima" e "Margherita" (nel 2026 compirà cinquant'anni); persino il brano "La nostra lingua italiana" (scherzandoci sopra, un po' uno spot al vocabolario "Devoto-Oli"). Un viaggio fatto di una trentina di titoli, compresi alcuni dallo stile musical (vedi "Il tempo delle Cattedrali), genere in cui Cocciante è considerato un vero e proprio maestro musicale, vedi il suo "Notre Dame de Paris". E a un certo punto come ospite spunta Achille Lauro, che insieme al protagonista intona "A mano a mano", che cantò a suo tempo anche Rino Gaetano.
Magari qualcuno dirà: Cocciante, vista l'età, operazione "nostalgia", con rinforzi. Beh, lui da poco ha compiuto 79 anni, ma pare che il tempo gli sia scivolato addosso... dalle ore 21 alle 23 e oltre ha tenuto il suo concerto senza "fare un plissé": voce presente all'appello, controllo delle sue possibilità espressive, non si è avvertito l'ingresso di artifici di sopravvivenza come il playback. Tutto al suo posto, compresa la band, con sezione ritmica raddoppiata, quartetto d'archi, coro vocale... insomma un bello spettacolo per tutti, anche per chi, nel tempo, ha preso strade musicali diverse, lontane da questo genere. Riccardo Cocciante, che con la sua musica e le sue parole - scritte da autori come, tra gli alti, Mogol - da una vita si trova nel Pantheon della canzone italiana, ha ri-dimostrato che il posto in quel sommo Tempio è ancora decisamente meritato. Senza diventare "museo", della serie "come eravamo": il cantante, infatti, dopo il tour entrerà in sala d'incisione per un nuovo disco.
A chi dice: "nella sua musica mai una gioia" noi rispondiamo "non è vero", il conclusivo brano "In bicicletta" è un leggiadro inno alla natura all'amore che nasce pedalando fra le fresche frasche. E il sorriso, all'uscita del teatro, è garantito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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