Muti presenta il Rossini «serio» che tanto ama

C’era da immaginarselo che alla sua prima uscita pubblica, dopo un mese di «astinenza forzata», causa stress - «da cui mi sono completamente ripreso», ha rassicurato Muti - il grande direttore avrebbe avuto la scena tutta per sé. Ed è ciò che è accaduto all’Opera di Roma, durante la conferenza stampa convocata per presentare l’opera inaugurale, Moise et Pharaon, del Rossini «serio» che «tanto amo», ho sottolineato Muti . Brevi parole di circostanza da parte degli altri intervenuti (il sindaco Alemanno; il sovrintendente, Catello De Martino; e Maite Bulgari, consorte del presidente della famosa maison di gioielli, che ha presentato l’iniziativa benefica, legata all’anteprima del 30 novembre, a favore della Comunità di Sant'Egidio) per lasciare campo libero al direttore. Le recite, prima compresa, cominceranno il 2 dicembre, e si protrarranno fino al 12, per un capolavoro assoluto, che per la prima volta si rappresenta a Roma, nella originale versione francese, e che impegna l’intero teatro - orchestra, coro e corpo di ballo.
Muti il Rossini inaugurale l’ha diretto l’ultima volta due estati fa a Salisburgo, e prima ancora, nel 2003 alla Scala. Da Salisburgo viene l’intero cast, poche le sostituzioni, mentre diverso sarà lo spettacolo che questa volta è firmato interamente da Pier’Alli ( anche a Salisburgo Muti avrebbe voluto Pier’Alli, ripiegando poi su Jurgen Flimm, per ragioni di budget). Muti ha poi rinfrancato i suoi, distribuendo a tutti gratificazioni e attestati - «l’orchestra ed il coro li ho trovati molto disponibili, ed il coro, in particolare, migliorato; stiamo lavorando bene, il cast è superlativo».

Muti, dopo Moise, in primavera dirigerà Nabucco che porterà in tournée a San Pietroburgo; e, per la prossima stagione, si parla di Giuseppe Verdi (Macbeth in coproduzione con Salisburgo?), che resta il suo più grande amore.

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