Né prostitute né mogli ma brillanti compagne

Geisha è voce giapponese che sta per artista in grado di cantare e di danzare: la parola gei (si pronuncia gay) in giapponese significa «arte». Sebbene il Giappone moderno tenda ad eliminare le scuole per geishe dato l’alto costo della loro formazione, ne sopravvivono alcune esclusive.
Le fanciulle più belle vi entrano a dieci anni, studiando varie discipline, per poi lavorare nelle case da tè, ma non si tratta di prostitute. Figure a metà strada tra l’etèra colta, di memoria greca, e le intrattenitrici da banchetto (spesso vengono assunte per animare le feste di ricchi privati), le geishe vengono istruite nell’arte di conversare sui più svariati argomenti.


Da sempre sinonimo di fascino, in tutto il mondo, queste donne non sono né mogli, né prostitute, bensì brillanti interlocutrici, che ridono alle battute dei clienti e sanno ricevere, creando un’atmosfera, con il sapiente uso del ventaglio. Per formare una geisha occorrono anni di duro lavoro, ma le donne che oggi intraprendono tale carriera, lavorano pochi anni soltanto.

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