In largo Banchi Nuovi, nel centro storico di Napoli, qualche giorno fa era stato allestito un presepe con animali viventi, sottoposti agli agenti atmosferici, alla fame e alla sete, al contatto con residenti e turisti. Un maltrattamento che non è passato inosservato. A ribellarsi è stata la garante per i diritti degli animali Stella Cervasio, che ha denunciato alle autorità giudiziarie il grave episodio. Galline, asini, capre e agnellini, sono stati esposti alla mercé di tante persone che, soprattutto in questi giorni di festa, affollano le strade del centro di Napoli, senza cibo né acqua.
Tutto ciò va palesemente in contrasto con la legge che tutela il diritto degli animali. “Questo presepe – ha detto il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, intervenuto sulla vicenda – somigliava più ad una pratica medievale che ad un modo gioioso per ricordare la nascita di Cristo. Perché gli animali devono essere letteralmente abbandonati in strada a soffrire il freddo solo per il divertimento di pochi turisti disinteressati?” Dopo la denuncia della garante per i diritti degli animali il sacerdote che allestito il presepe, è stato identificato e probabilmente anche sanzionato e le bestie riportate alla fattoria didattica di Chiaiano, dopo aver trascorso la notte all'interno della chiesa di San Giovanni Maggiore a Napoli.
“Questo spettacolo indegno è stato smantellato in fretta – ha continuato Borrelli – fortunatamente prima che degenerasse, visto che era previsto che un neonato partecipasse all’opera presepiale intrepretando un nudo bambino Gesù”. Il consigliere regionale ha già fatto sapere che sosterrà in tutte le sedi la denuncia lanciata dalla Cervasio, perché queste pratiche vengano fermate al più presto. L’esponente politico rilancia l’appello della garante e invita la cittadinanza a scendere in piazza.
Chiunque abbia a cuore il bene degli animali, secondo Borrelli, non può girarsi dall’altra parte e far finta di nulla. L’inciviltà che si sta diffondendo, in tutte le sue forme, può essere arrestata solo da una cittadinanza attiva che prenda coscienza del proprio ruolo e si rimbocchi le maniche in prima persona.
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