La baby gang sequestra medici per soccorrere un amico ferito

Salgono a cinque le aggressioni nei confronti del personale sanitario dall’inizio dell’anno. È emergenza sicurezza

La baby gang sequestra medici per soccorrere un amico ferito

Dall’inizio dell’anno è la quinta aggressione al personale medico napoletano: una media da brividi, un atto di violenza al giorno, che sta mettendo a dura prova gli operatori sanitari cittadini. A denunciare l’ennesimo episodio è stata, come sempre, l’associazione a tutela dei camici bianchi “Nessuno tocchi Ippocrate”, fondata dal medico Manuel Ruggiero. Ieri un gruppo di giovani ha sequestrato un’ambulanza, con all’interno medici e infermieri, nel parcheggio dell’ospedale Loreto Mare. I ragazzi volevano che venisse soccorso un loro amico 16enne, che aveva riportato una banale distorsione al ginocchio.

I volontari del sodalizio hanno raccontato che un gruppo di giovani è entrato nel pronto soccorso del Loreto Mare e ha costretto con la forza tre operatori sanitari a salire sull’ambulanza. La baby gang ha obbligato il conducente del mezzo di soccorso, sotto minaccia, a dirigersi verso il quartiere delle “Case nuove”. Giunta sul posto l’ambulanza è stata circondata da un nugolo di ragazzi inferociti, che hanno insultato i soccorritori. I medici hanno visitato in mezzo alla folla il 16enne, che presentava una leggera distorsione al ginocchio, ma hanno dovuto trasportare il paziente in ospedale a sirene spiegate, come se fosse un caso grave.

Il 2020 sembra essere iniziato nel peggiore dei modi per la sanità campana. È allarme sicurezza nei nosocomi. Nei giorni scorsi gli altri casi di aggressione, all’ospedale San Giovanni Bosco, dove una dottoressa è stata aggredita da un paziente psichiatrico, mentre una sua collega è stata presa a bottigliate in testa. L'ultimo episodio in ordine di tempo è accaduto al pronto soccorso del Vecchio Pellegrini, dove un uomo ha devastato una parte del reparto. Il paziente, giunto nel nosocomio per un lieve malore, non ha voluto attendere il proprio turno e, prima di mettere sotto sopra il reparto ha insultato medici e infermieri.

La Croce rossa ha denunciato un fenomeno grave: lavorare nella città campana è più difficile che districarsi nei luoghi di guerra, dove perlomeno il personale e i mezzi di soccorso sono tutelati dalle convenzioni internazionali. A Napoli questa protezione non c’è e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Sono state 105 le aggressioni registrate in tutto il 2019 ai danni di medici e infermieri (23 in più rispetto all'anno precedente). Tanti gli episodi di violenze nei confronti delle donne avvenuti l’anno scorso.

La Croce rossa chiede da tempo l’installazione di telecamere a bordo delle ambulanze, poiché potrebbero funzionare da deterrente contro i

malintenzionati e insiste anche nell’opera di prevenzione, auspicando incontro con i cittadini, soprattutto nelle aree più a rischio della città, come i quartieri periferici. Fa comunque presagire il peggio l’inizio del 2020.

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