Sono state sequestrate le cartelle cliniche dell’ospedale San Giuliano di Giugliano in Campania, nel Napoletano, dopo la morte di un bambino durante il parto. Le indagini dei carabinieri sono partite in seguito alla denuncia dei familiari della donna, i quali sostengono che il nascituro fosse in perfetta salute e che il decesso sia da addebitare ad un caso di malasanità. Il magistrato interessato al caso ha predisposto l’autopsia sul corpo del neonato.
Quando la 30enne incinta si è presentata in ospedale sembrava che tutto filasse per il verso giusto, poi le complicazioni durante il parto e la decisione, da parte dello staff medico, di non ricorrere al taglio cesareo. Secondo i parenti la morte del piccolo sarebbe stata causata da una manovra sbagliata da parte dei sanitari.
Un paio di mesi fa a Sarno, in provincia di Salerno, sono finiti sotto inchiesta due medici per omicidio colposo: il ginecologo della coppia che ha sporto denuncia e un medico operante nella struttura ospedaliera Villa Malta. La procura di Nocera Inferiore ha avviato un’indagine in seguito alla denuncia effettuata dai genitori del piccolo nato morto al momento del parto. Il dramma ha avuto inizio lo scorso 7 novembre quando una giovane mamma di 23 anni, prossima a dare alla luce il suo bambino, decise di recarsi d’urgenza al pronto soccorso per forti dolori e perdite di colore verde.
La donna era stata subito trasferita in reparto per effettuare una visita ginecologica specifica attraverso uno specolo e un tracciato. Secondo i medici che l’hanno avuta in cura la situazione era regolare, sia per la mamma sia per il nascituro. La 23enne si trovava alla trentaseiesima settimana di gravidanza. Le strane perdite erano, secondo i camici bianchi, attribuibili a una infezione che doveva essere curata con l’utilizzo di ovuli interni.
Una volta dimessa dall’ospedale, la ragazza ha fatto ritorno nella sua abitazione. Accusava ancora leggeri dolori, ma sentiva il bambino muoversi in grembo. Il giorno seguente però la situazione è andata via via peggiorando. I dolori continuavano a essere presenti ma non sentiva più il piccolo che si muoveva nella pancia. Preoccupata, verso le 20,30 ha quindi deciso di ritornare in ospedale. Anche perché aveva provato a telefonare al suo ginecologo di fiducia che stava seguendo la gravidanza, ma non era riuscita a parlare con lui.
L’esito di un secondo tracciato è stato terribile per la giovane madre: il bimbo era morto e non vi era più nulla da fare. A quel punto è stato detto ai genitori che era necessario un parto naturale e non un cesareo, che però la coppia ha chiesto.
Secondo quanto riferito la 23enne è quindi rimasta in reparto tutta la notte, fino alle 6,30 del giorno seguente, quando le è stato fatto il cesareo. La coppia ha poi deciso di sporgere denuncia in modo che si riesca a ricostruire quanto avvenuto e a trovare eventuali responsabili.
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