"Come faccio a chiudere le scuole così?". Il botta e risposta tra sindaco e studente

Uno studente ha chiesto al sindaco di San Giorgio a Cremano se chiuderà le scuole a causa della pioggia battente. Il primo cittadino passa le sere a dover rispondere ai ragazzi che in continuazione gli rivolgono la stessa domanda

"Come faccio a chiudere le scuole così?". Il botta e risposta tra sindaco e studente

Un sindaco, in caso di mal tempo e pioggia battente, deve anche passare le ore a rispondere agli studenti che gli chiedono se chiuderà le scuole. Questo è quanto successo a Giorgio Zinno, sindaco di San Giorgio a Cremano, comune in provincia di Napoli, che ha pubblicato sulla sua pagina ufficiale di Facebook il messaggio di un ragazzo: "Per favore sindaco potrebbe chiudere le scuole. Sta piovendo troppo assai. Per favore. Spero che leggerà il mio messaggio. Grazie". Da qui è partito un botta e risposta ironico, con Zinno che ha tentato di spiegare: "Troppo assai? E come chiudo le scuole se scrivete così? Dovreste andarci anche il pomeriggio...".

La risposta del sindaco

Non è la prima volta che vengono rivolte certe richieste al sindaco, era già successo nelle scorse settimane, quando moltissimi alunni avevano chiesto di chiudere le scuole per l'allerta meteo. Forse stanco, nella tarda serata di mercoledì scorso, il primo cittadino sangiorgese ha deciso di scrivere un post sul social: "Cari concittadini, anche stasera passo qualche ora a rispondere a ragazzi o ragazze che mi chiedono di chiudere le scuole. Rispondo tentando di far capire che si chiudono solo nel caso in cui abbiamo materialmente atti che comprovano un reale pericolo. A qualcuno rispondo cercando di far capire che prima viene l’educazione e poi si può contattare qualcuno, mentre con altri instauro battibecchi pseudocomici come quello del post. Se chiudiamo abbiamo i genitori contrari e quelli a favore. Se chiudiamo e non piove, siamo folli perché chiudiamo con il sole. Se non chiudiamo e piove, siamo irresponsabili perché non abbiamo previsto la pioggia".

"La scuola non è un gioco"

Ha poi continuato ammettendo che, quando si era candidato tutto aveva pensato, "tranne di dover imparare a prevedere il tempo e non come i metereologi che possono sbagliare, ma con la precisione di un orologio svizzero. Quando eravamo piccoli noi, non sapevamo neanche cosa fosse l’emergenza meteo. Quando eravamo piccoli noi, non sapevamo neanche chi fosse il sindaco, figurati potergli scrivere o parlargli. Quando eravamo piccoli noi, se davamo il 'tu' a un vicino o ad un prof. i nostri genitori ci davano paterni scappellotti, senza avere assistenti sociali dietro la porta. Allora preferisco passare qualche ora serale a rispondere ai giovani di oggi; a coloro che senza limiti accedono ai mezzi di comunicazione, a volte senza il controllo di nessuno con il pericolo dietro l’angolo, ma cercano interlocutori sempre nuovi.

E rispondo spiegando: che le notizie si prendono dai mezzi di comunicazione ufficiali; che la scuola non è un gioco; che prima di scrivere ci vuole educazione; che a volte una risata ci può aiutare nelle giornate pesanti". Da quel che si è capito, difficilmente le scuole verranno chiuse nelle prossime ore: gli studenti dovranno rassegnarsi ad andare in aula con l'ombrello.

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