Le condizioni del campo rom di Giugliano in Campania, nel Napoletano, sono disastrose. L’appezzamento di terreno nella periferia della città è degradato e pieno di rifiuti. Lo sgombero è avvenuto lo scorso mese di maggio, quando 45 persone furono allontanate, ma non in maniera definitiva. Adesso i rom si sono accampati in altri terreni confinanti e dormono perfino nelle auto. Lo stato in cui vivono adesso non è migliorato. Il problema non è stato risolto, solo spostato a un paio di chilometri di distanza dal vecchio campo.
Per i bambini il letto è il sedile di una macchina. I più fortunati hanno un camper. Chi prima trovava riparo in una baracca, ora ha solo un’auto o una tenda. Non c’è acqua. Manca la corrente elettrica. Fino a un po’ di tempo fa mancavano anche i servizi igienici, poi sono arrivati 6 bagni chimici. La situazione, intanto, resta allarmante nel sito invaso dalla comunità rom sgomberata. Quotidianamente sul posto sono impegnate diverse associazioni e il parroco di Giugliano don Francesco Riccio. Provano a sopperire alle emergenze quotidiane e a guidare i capifamiglia in questo percorso senza vie di uscita.
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha accolto il ricorso presentato da tre famiglie con il supporto dell’associazione 21 luglio: ha stabilito che il governo italiano deve dargli un alloggio temporaneo adeguato. Ad intervenire sulla vicenda sono stati il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli e il consigliere comunale Giuseppe D’Alterio.
Quest’ultimo è molto critico con l’attuale esecutivo cittadino. “Tutto questo – ha dichiarato D’Alterio – dimostra il fallimento di una strategia che dopo lo sgombero non ha saputo proporre altre soluzioni. Intanto il degrado in quell'area continua e soprattutto i rom vengono usati come manovalanza da parte dei criminali per bruciare i materiali provenienti da attività illecite”. Borrelli, invece, è preoccupato soprattutto per l’aumento di roghi tossici.
“L’ex campo rom – ha detto – si presenta in condizioni disastrose e i rifiuti riversati quotidianamente, spesso, vengono dati alle fiamme, provocando così roghi tossici che danneggiano gravemente l’ambiente e avvelenano i cittadini.
È gravissimo che i droni messi a disposizione dalla Sma Campania per combattere il fenomeno non siano stati ancora utilizzati dal commissariato per la Terra dei Fuochi per contrastare questo fenomeno, perché non si sono ancora riuniti i vari dirigenti e funzionari degli enti preposti. La burocrazia alcune volte è la migliore alleata della criminalità”.
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