Non si fermano le polemiche su Eleonora De Majo, nuovo assessore alla Cultura del Comune Napoli, nominata il 12 novembre dal sindaco Luigi De Magistris. In passato De Majo si era schierata su posizioni anti-Israele e ieri ha rivolto un appello al primo cittadino della città campana affinché conceda la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, sopravvissuta all’orrore di Auschwitz.
Pronta la replica della senatrice, che è sotto scorta per aver ricevuto delle minacce di odio razziale. Segre ha sottolineato che questo riconoscimento non si può prestare a strumentalizzazioni. E di “operazione strumentale” ha parlato anche il rabbino di Napoli, Ariel Finzi che “appoggia al cento per cento” le parole della senatrice. Finzi ha precisato che “non si può nascondere il proprio antisemitismo proponendo la cittadinanza onoraria a Liliana Segre”. Il neo assessore ha affermato di non essere disposta ad “alimentare una polemica all’infinito”. E ha aggiunto che il conflitto israelo-palestinese lo studia da quando aveva 14 anni.
Come riporta Il Mattino, il rabbino di Napoli ha detto di essere molto preoccupato “per l'ignoranza della signora de Majo. Parla di cose che non conosce. Parla per slogan, per sentito dire, non sa assolutamente cosa dice, non conosce la storia, evidentemente non l'ha studiata”. E ha ricordato all’assessore che i veri persecutori di Gaza non sono gli israeliani ma i terroristi di Hamas. Per quanto riguarda le accuse di antisemitismo, Finzi ha spiegato che si può criticare la politica israeliana “ma è ben diverso considerare tutto il popolo israeliano, tutte le persone oppressori negli ultimi 70 anni. Questo sì che vuol dire essere razzisti”. E si è chiesto se De Majo sappia che nel 1967 Israele scongiurò la Palestina di aprire una trattativa per la pace e che nel 2000 ha offerto uno Stato che Arafat rifiutò.
Anche Sandro Temin, consigliere dell'Ucei (Unione delle comunità ebraiche) è rimasto sulla stessa linea d'onda di Finzi e ha detto di essere d'accordo con le parole di Liliana Segre. "Accettare la cittadinanza onoraria del Comune sarebbe stato sicuramente strumentale - ha evidenziato Temin -. Avere rispetto della memoria, come dice sempre il sindaco, perde di valore se non si ha rispetto degli ebrei contemporanei".
Infine, Lydia Schapirer, presidente della Comunità ebraica di Napoli, ha rimarcato il concetto affermando che accettare la cittadinanza onoraria sarebbe stata una scelta "che si prestava a strumentalizzazioni assolutamente da evitare".
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