L’allarme arriva dalla Spagna: dalla Penisola iberica sarebbero arrivate in Italia delle cozze vive contaminate dal batterio della salmonella. È l’Unione europea ad avvertire i consumatori, attraverso il Rasff, il sistema di allerta rapida europeo per la sicurezza alimentare.
A Napoli sono già stati avviati i primi controlli. Nella città partenopea, per tradizione gastronomica, si consuma una grande quantità di cozze, anche fuori stagione. La zuppa, in particolare, viene mangiata tutto l’anno.
I presidi sanitari sconsigliano in questo periodo di mangiare cozze sia a casa sia al ristorante, dove spesso vengono servite anche crude. Il rischio della salmonellosi resta alto. Ma cos’è questa malattia?
La salmonellosi fa parte di un gruppo di malattie infettive causate da batteri appartenenti alla famiglia della salmonella (esclusa la Salmonella Typhi, che provoca la febbre tifoide). La salmonella è un bacillo gram negativo, aerobio, mobile, a forma di bastoncello che è presente nell'apparato gastrointestinale di molti animali (insetti, rettili, uccelli e mammiferi) e viene escreta con le feci.
La malattia si trasmette per ingestione di alimenti contaminati o per contatto diretto con il soggetto malato o portatore (ad esempio, in ambiente ospedaliero, specialmente nei reparti dei nati prematuri e in quelli pediatrici).
Serbatoi di infezione possono essere anche gli animali. Spesso, sono proprio questi ultimi a diffondere l'infezione da un paese all'altro mediante l'importazione di animali infetti, di prodotti di origine animale o di mangimi composti da farine di carne.
La salmonellosi si manifesta come una gastroenterite acuta, con diarrea, vomito, febbre, dolori
addominali: ha decorso grave solo nei neonati, per i quali può essere anche mortale. Il periodo di incubazione è di 12-48 ore, mentre quello di contagiosità è estremamente variabile (da diversi giorni a parecchie settimane).
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