Le pietre in tufo sono cadute da un’altezza di dodici metri, piombando violentemente al suolo. Solo un caso fortuito ha evitato che si consumasse una tragedia a Barra, nel Napoletano, dove durante la notte è crollato un cornicione da un edificio di via Bruno Buozzi. Le macerie hanno ricoperto interamente il marciapiede e la carreggiata e la strada è stata chiusa alla circolazione dalla polizia municipale. Grande spavento nella piccola cittadina in provincia di Napoli, dove sono tanti i palazzi fatiscenti e pericolanti. “Ci sono alcuni quartieri delle nostre città che cadono a pezzi e i ritardi ci sono sia nel pubblico sia nel privato. La sicurezza delle città passa anche da qui, questi temi devono essere affrontati e non ci possiamo consentire di rimandarli ancora”.
È drastico il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, che ha commentato l’episodio accaduto a Barra. In altre circostanze, anche recenti, le conseguenze della sciatteria nei controlli della sicurezza delle abitazioni sono state ben più gravi, basti ricordare la vicenda dell’estate scorsa a Napoli, dove una rete metallica di un balcone non ha retto e le pietre e i calcinacci hanno travolto un passante uccidendolo. Si trattava di un negoziante, che ha perso la vita perché colpito da un pezzo di cornicione, piombato giù dal quinto piano di un edificio in via Duomo. Un beffardo destino ha deciso che morisse proprio a 200 metri dal suo esercizio commerciale, che affaccia su strada.
Erano le ore 12 quando all'altezza del civico 228 è stato travolto da una pioggia di pietre e calcinacci, che si sono staccati da un balcone del quinto piano, bucando la rete di protezione che li teneva imprigionati. I temporali dei mesi primaverili avevano deteriorato quella ragnatela, che non ha retto più. Un tragico copione che si ripete nella città partenopea, che nel luglio 2014 aveva assistito impotente alla morte di Salvatore Giordano, schiacciato a 14 anni dal peso di un fregio, che si era staccato dalla monumentale Galleria Umberto I.
La protezione in via Duomo aveva quasi due anni, era stata messa per la tenuta dei balconi e di altre parti dell'edificio in attesa di manutenzione, e reggeva da tempo il
peso di 500 chili. La magistratura dopo l’incidente mortale ha autorizzato i lavori di messa in sicurezza della facciata dello stabile, permettendo ai residenti, trenta nuclei familiari, di tornare nelle loro case.Segui già la pagina di Napoli de ilGiornale.it?
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