Si è in attesa che si pronunci il giudice per le indagini preliminari della procura del Tribunale di Napoli, ma intanto fa discutere la richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero per l’aggressore dell’infermiere dell’ospedale Santobono di Napoli. Lo scorso mese di settembre il padre di una piccola paziente aveva fratturato la mano di un operatore sanitario. Era stufo di attendere il turno al triage e si era scagliato contro il dipendente del nosocomio. A distanza di due mesi c’è un primo verdetto della Procura, che ha chiesto di archiviare l’episodio contestato, poiché l’aggressione fu originata dallo stato di estrema ansia dell’indagato “per le condizioni di salute della figlia di soli 5 anni, per la quale, in modo certo non ammissibile, chiedeva assistenza ai medici”.
L’uomo per picchiare l’infermiere aveva usato le stampelle che portava con sé perché ingessato e il pubblico ministero ha sottolineato che “le lesioni provocate alla parte offesa furono di lieve entità”. Nei confronti dell’imputato erano stati ipotizzati i reati di lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di un ufficio o servizio pubblico. Il fatto che l’aggressore fosse incensurato, secondo la Procura, attenua la sua posizione. Questo pronunciamento non è stato preso bene nel mondo sanitario napoletano. Sia l’Ordine dei medici di Napoli sia i dirigenti dell’ospedale Santobono esprimono amarezza e avvilimento per la decisione del pubblico ministero. Il manager dell'Asl Na1 Ciro Verdoliva ha annunciato che da gennaio sarà attivato un servizio di medici di guardia dedicato ai codici bianchi a bassa urgenza all'Ospedale del Mare e sarà siglata una convenzione anche con il Santobono, per evitare il caos nei reparti di pronto soccorso.
Per gli operatori sanitari urge l’approvazione della legge che irrigidisce le pene per chi aggredisce un medico e conferisce ai sanitari lo status di pubblico ufficiale. La preoccupazione è che la richiesta di archiviazione da parte della Procura possa aprire la strada ad atteggiamenti ancora più violenti verso il personale sanitario, già quotidianamente vessato e umiliato. Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, componente della commissione Sanità.
“Siamo letteralmente stupefatti – ha commentato l’esponente politico – non riusciamo a capire come una frattura possa essere considerata un danno tenue. Non essere un delinquente abituale, ed essere in ansia, autorizza dunque a picchiare e provocare lesioni a un lavoratore”.
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