Una giornata di roghi in Terra dei fuochi: difficile bloccare chi inquina

I sistemi di controllo e monitoraggio risultano inefficienti. Molti i roghi difficili da individuare che sfuggono ai rilevamenti. Per 12 comuni a nord di Napoli solo quattro carabinieri forestali

Una giornata di roghi in Terra dei fuochi: difficile bloccare chi inquina

Colonne di fumo dense e nere si alzano ad ogni ora del giorno, perfino dopo la pioggia. L’aria è continuamente infestata, l’odore acre è persistente. In certi giorni le nubi corvine si vedono stagliarsi nell’atmosfera in ogni direzione. Pare, talvolta, di trovarsi al centro di bombardamenti di qualche zona di guerra, invece siamo nella Terra dei fuochi, dove a esplodere sono le bombe tossiche silenziose che stanno affliggendo il territorio: i roghi di rifiuti (guarda il video). La percezione è che negli ultimi due mesi siano aumentati notevolmente. E, molto spesso, sfuggono ai sistemi di monitoraggio e controllo.

Abbiamo passato una giornata in alcuni comuni dell’agro acerrano-nolano, in una piccola fetta di territorio della Terra dei fuochi situata a nord di Napoli. Nel nostro viaggio, sono emerse problematiche nella individuazione dei roghi e nella segnalazione alle forze dell’ordine, ma anche molta indifferenza e inamovibilità da parte di chi subisce.

In circa 12 ore abbiamo avvistato 10 colonne di fumo nero, solo dal posto in cui ci trovavamo. Alcune difficili da localizzare, perché distanti. In un paio di casi, invece, è stato impossibile individuarle perché le nuvole tossiche finivano per diradarsi dopo pochi minuti, come in una sorta di pratica adottata per sfuggire ai controlli. Il fumo, poi, conduceva in luoghi di campagna impervi, impraticabili per chi non è dotato di mezzi adeguati. Nell’unico caso in cui è stato possibile identificare il rogo, invece, sono emerse difficoltà nelle richieste di intervento agli organi competenti.

Erano le 7, sabato scorso, quando a Brusciano, è stato avvistato del fumo nero. Fuoriusciva dal comignolo di un immobile privato. Propagava nell’aria delle esalazioni malsane, verosimilmente derivanti dalla combustione di rifiuti. Di fronte c’erano dei palazzi in cui vivono decine di famiglie e una strada attraversata da numerosi automobilisti. Sono passati minuti prima di individuare la posizione da segnalare. Una volta capita l’ubicazione, si è rivelato complicato anche chiedere un intervento di controllo agli organi competenti. A quell’ora la polizia municipale non era ancora in servizio: dall’altra parte del telefono nessuna risposta. Dalle 8 diventavano reperibili i carabinieri della locale stazione. Ai militari dell’Arma è stata effettuata la segnalazione, ma dopo circa mezz’ora abbiamo scoperto che “non hanno trovato il posto”.

In quella struttura da cui si alzava la colonna di fumo nero c’è un’attività che produce alimenti: era necessario fare chiarezza. Nella sede dei carabinieri forestali competenti sul territorio c’era una sola persona, l’unica di turno. Da sola non poteva spostarsi. Nell’immediato era possibile sporgere solo una denuncia. Le attività di indagine appureranno se in quel focolare si stavano bruciando rifiuti.

Nella sede di Marigliano sono solo quattro i carabinieri della Forestale e sono impegnati su 12 comuni a nord di Napoli: pochi per contrastare lo sversamento incontrollato dei rifiuti e i roghi tossici in una porzione di territorio ad alto rischio. Sono reperibili al pubblico dalle 8 alle 20. Come la polizia municipale. In diversi comuni non ci sono guardie ambientali e nuclei di protezione civile. Mancano i mezzi e manca il personale. I caschi bianchi di Marigliano sono stati dotati di un drone per contrastare i crimini ambientali, ma, secondo quanto abbiamo appreso, il piccolo velivolo resta a terra perché pare che non ci sia personale in grado di utilizzarlo.

Le telecamere, intanto, continuano a restare spente e gli inquinatori posso proseguire indisturbati nella loro opera di devastazione dell’ambiente. I rifiuti sono combustibili pronti ad essere bruciati in ogni momento lungo le strade di periferia e ai margini di terreni coltivati. Qualche contadino, stanco di subire gli sversamenti abusivi di rifiuti, ha affisso cartelli scritti a mano: “È vietato scaricare rifiuti”. Come se potesse bastare un avviso fai-da-te.

Lo sfondo delle collinette di rifiuti speciali, anche pericolosi (come l’amianto), sono soprattutto terreni coltivati, in questo periodo principalmente a friarielli. Sui prodotti della terra si poggia la cenere che producono i roghi di rifiuti. E il materiale combusto - che richiede uno smaltimento speciale – resta sempre a terra, a ridosso delle campagne, dove saranno abbandonati nuovi rifiuti che finiranno – come gli altri - in fiamme.

A nulla servono le operazione di pulizia che mettono in atto alcuni Comuni: nel giro di poche ore i rifiuti speciali e pericolosi tornano a invadere le vie pubbliche e i sentieri sterrati in una guerra dove lo Stato continua a soccombere ai criminali ambientali.

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