Risale a un anno fa l’accordo stipulato tra Stefano Ceci, amico e socio in commercio di Diego Armando Maradona, e il calcio Napoli per realizzare le maglie da gioco, disegnate dall’architetto Giuseppe Klein, con l’effigie del pibe de oro. Una casacca riprodotta in edizione limitata, appena 6mila esemplari, messi in vendita al prezzo di 150 euro cadauno, per un valore complessivo di 900mila euro. Le maglie sono state tutte vendute, ma hanno innescato una serie di polemiche, sfociate in atti giudiziari, riguardo lo sfruttamento dei diritti d’immagine. Ad insorgere sono stati i familiari di Maradona, i quali hanno affermato di non aver mai dato mandato a Ceci di utilizzare l’effigie del campione argentino senza il loro consenso.
Il tribunale di Buenos Aires ha emesso un provvedimento con il quale ha impedito a Ceci di utilizzare, da parte propria o di terzi, l’immagine, la voce, il nome e lo pseudonimo di Maradona. Per i giudici sudamericani l’imprenditore avrebbe sfruttato illecitamente l’immagine del campione, non versando alcunché agli eredi ed evitando di mostrare alcuni rendiconti trimestrali degli incassi, come da accordi. Le più agguerrite contro Ceci sono state le figlie del pibe de oro Dalma e Gianina.
Come riporta il quotidiano la Repubblica, il socio di Maradona sarebbe indagato per associazione illecita, frode ed elusione di incapaci, in quanto accusato unitamente ad una serie di altri soggetti, di frode e circonvenzione di incapaci ai danni del fuoriclasse argentino. I problemi per Ceci sono amplificati da un’ulteriore indagine nei suoi confronti avviata dalla procura di Roma.
In questo caso, l’imprenditore è accusato del reato di diffamazione dopo un’intervista rilasciata proprio al quotidiano diretto da Maurizio Molinari in cui definiva i familiari di Maradona “miserabili”. Da parte sua, Ceci si è sempre detto tranquillo, convinto di poter essere scagionato da ogni accusa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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