Lavorare in nero a Napoli conviene di più che in altre città d’Italia, poiché con molta facilità, eludendo le norme, si riesce a ottenere anche una seconda entrata. L’altra fonte di guadagno è garantita dallo Stato, grazie al Reddito di cittadinanza, percepito in maniera illegale nella provincia napoletana da migliaia di cittadini. Quando i controlli delle forze dell’ordine vanno a buon fine, i dati che emergono sono disarmanti ed evidenziano un fenomeno, quello dei cosiddetti “furbetti”, difficile da arginare. L’ultima indagine condotta dal comando dei carabinieri ispettorato del lavoro da giugno a oggi, in collaborazione con l’Inps, ha permesso di scovare ben 2.441 percettori del Reddito di cittadinanza che ottenevano il sussidio senza averne i requisiti. Le categorie dei “furbetti” sono le più varie: parcheggiatori abusivi, lavoratori in nero, contrabbandieri e, soprattutto, camorristi, che posseggono auto e oggetti di lusso.
I militari hanno scoperto 422 persone con procedimenti penali a carico e 64 percettori del Reddito di cittadinanza indagati per il reato di associazione di tipo mafioso. Dei 716 segnalati alla procura della Repubblica sono 673 gli italiani richiedenti, mentre solo 43 gli stranieri: 394 gli uomini, 322 le donne. Un danno erariale impressionante che tocca la cifra record di 5.127.765,71 euro. I loro nomi sono stati segnalati all’Inps che bloccherà l’erogazione della cifra mensile e proverà a ottenere la restituzione delle somme non dovute. Singolari alcuni casi di irregolarità scoperti dai carabinieri. Un 46enne di Castellammare di Stabia, nel Napoletano, con precedenti penali, si è presentato all’ufficio postale con una carta d’identità bulgara falsa, simulando l’accento straniero. Ha cercato – invano – di ingannare l’operatore dello sportello per ottenere la tessera per il Reddito di cittadinanza. Smascherato, è stato arrestato dai carabinieri.
Tra i “furbetti” c’è anche chi, nonostante fosse ai domiciliari da aprile 2020, incassava il sussidio dello Stato. É il caso di un 41enne di Cardito, sempre in provincia di Napoli, che, oltre alle responsabilità penali, ha adesso anche una denuncia per truffa aggravata. I carabinieri hanno anche individuato numerose persone collegate alla criminalità organizzata che incassavano il sussidio. Tra tutti un boss del clan Frizziero, ai domiciliari per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, droga e armi, che però aveva la moglie beneficiaria del Reddito di cittadinanza. Altre cinque persone, legate al clan Amato-Pagano, arrestate nel 2020 con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione, erano destinatarie del sussidio. Nella mappa dei furbetti del reddito ci sono esponenti di numerosi clan locali.
Si tratta di affiliati dei “Cifrone”, imputati per estorsione e rapina, tre dei “Balzano”, indagati per associazione a delinquere di stampo mafioso, ricettazione, detenzione abusiva di armi. Inoltre, dieci uomini del clan Grimaldi-Vanella Grassi arrestati durante l’operazione “Cupola” del 2020.
E ancora due spacciatori, un rapinatore e un uomo arrestato per detenzione di arma comune da sparo – tutti in manette tra i quartieri di Marianella e Vomero – aggiungevano ai profitti illeciti anche il Reddito di cittadinanza. Altre persone legate alla malavita e beneficiarie del sussidio in maniera irregolare sono state individuate a Mugnano, a Marano, a Villaricca, a Melito e ad Aversa, nel Casertano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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