L’inquietante ombra della camorra aleggia sugli spari contro la caserma Pastrengo, sede del comando provinciale dei carabinieri, e sulla devastazione del pronto soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli.
È questa la pista seguita dagli inquirenti che stanno indagando sui due gravissimi episodi avvenuti nella notte tra sabato e domenica nella città partenopea a seguito sull’uccisione di Ugo Russo, il ragazzo di 15 anni che con una pistola finta ha tentato di rapinare un carabiniere fuori servizio. Il militare è indagato per omicidio volontario. Un atto dovuto per consentire gli accertamenti irripetibili.
L’ipotesi che dietro ai raid ci sia la criminalità organizzata è suffragata dalla decisione del procuratore Giovanni Melillo, che da alcuni mesi coordina direttamente le indagini sui clan attivi a Napoli, di dare alla Dda il compito di indagare sulle violenze. Il sospetto è che a sfasciare arredi e apparecchiature del pronto soccorso non siano stati solo gli amici dell’adolescente morto ma anche personaggi legati a clan camorristici del centro città che avrebbero gettato benzina sul fuoco e incoraggiato i giovanissimi a creare il caos nell’ospedale.
Sembrerebbe che si sia vicini all’identificazione di tutte le persone che hanno preso parte al raid. Un prezioso contributo potrebbe essere fornito le telecamere di sicurezza poste all' ingresso dell'ospedale. Confrontando le immagine del sistema di videosorveglianza con quelle riprese da alcuni cellulari si sta cercando di ricostruire, anche se parzialmente, la dinamica dell’accaduto.
Nei filmati si vedono i genitori del ragazzo ucciso, distrutti dal dolore, ma che non compiono azioni di violenza e numerose altre persone che dopo essere entrate precipitosamente nei locali del pronto soccorso, compiono atti di vandalismo per poi allontanarsi velocemente nel dedalo di vicoletti della Pignasecca. Anche il raid contro la sede del comando provinciale dei carabinieri potrebbe essere stato compiuto da elementi della criminalità organizzata. L’ipotesi è che i colpi di pistola indirizzati verso il cancello siano stati esplosi da soggetti abituati a usare armi da fuoco.
Poco alla volta si sta cercando di ricostruire con esattezza quando è accaduto quella drammatica notte tra le strade di Napoli. Prosegue anche l'inchiesta sull'omicidio di Ugo Russo, avvenuto in via Generale Orsini, ad opera del giovane carabiniere. Sono state acquisite le immagini delle telecamere di videosorveglianza della Regione Campania e di una nota steakhouse della zona.
Il fascicolo è in mano ai pm Simone De Roxas e Claudio Siragusa, che indagano con il coordinamento del procuratore aggiunto Rosa Volpe. Sulla salma, che al momento si trova all'istituto di medicina legale del Policlinico, è stata disposta l’autopsia che potrebbe far luce su alcuni dubbi che avvolgono la morte dell’adolescente.
Bisogna capire se il militare ha sparato i colpi uno dopo l'altro o se ha premuto ancora il grilletto quando il ragazzo si era girato per fuggire. Bisogna anche chiarire la provenienza del Rolex che la vittima aveva in tasca.
L’ipotesi è che sia provento di un’altra rapina. Il complice del ragazzo morto ha ammesso davanti al pm e al giudice minorile, che ne ha convalidato il fermo, che la rapina serviva per recuperare qualche euro per andare in discoteca.Segui già la pagina di Napoli de ilGiornale.it?
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