Whirlpool, operai abbandonati da Di Maio ora bloccano la stazione

La protesta per la chiusura dello stabilimento Whirlpool di via Argine. In passato Luigi Di Maio aveva garantito che l’azienda non avrebbe chiuso

Whirlpool, operai abbandonati da Di Maio ora bloccano la stazione

Tensione altissima a Napoli. Gli operai dello stabilimento Whirlpool di via Argine hanno bloccato la Stazione centrale in segno di protesta per le mancate risposte arrivate dal governo in seguito alla comunicazione della multinazionale di cessazione delle attività con conseguente licenziamento per i 355 dipendenti.

I manifestanti si sono dati appuntamento questa mattina nella fabbrica di Ponticelli e da qui si sono diretti verso lo scalo ferroviario situato in piazza Garibaldi. Giunti in stazione, gli operai hanno bloccato la circolazione ferroviaria: ciò ha provocato rallentamenti, anche di 40 minuti, per i treni in viaggio e, di conseguenza, notevoli disagi ai viaggiatori. I manifestanti, al coro "Napoli non molla", proseguono nelle loro proteste a tre giorni dallo stop deciso dalla multinazionale per lo stabilimento. Dopo circa un’ora di proteste gli operai della Whirlpool hanno lasciato la Stazione centrale per dirigersi, in corteo,verso il Centro direzionale.

"Siamo in stazione, ancora una volta per difendere il nostro diritto di lavorare e di continuare ad avere un futuro", ha affermato Vincenzo Accurso della Uilm, "Stiamo dando un'opportunità a Governo, non sia schiavo di queste multinazionali. Abbiamo una sovranità – ha proseguito - mettiamola in campo. Conte, Patuanelli, schieratevi dalla parte giusta, al nostro fianco”. Accurso ricorda che i licenziamenti arrivano nel corso di una pandemia che sta mettendo in ginocchio il Paese. "Ora- ha proseguito- non è possibile far inginocchiare ancora di più dei lavoratori che hanno sempre fatto il massimo per il sito nel quale lavoravano, non si può essere buttati in strada così".

Altrettanto duro il commento di Rosario Rappa, segretario generale Fiom-Cgil Napoli, che ha garantito che la lotta dei lavoratori della Whirlpool della città partenopea "continua e si intensifica". Rappa ha sottolineato che la tensione sta crescendo e per questo è necessario che Il governo passi "dalle parole ai fatti, dando conseguenza alle dichiarazioni fatte, e costringa Whirlpool a riprendere l'attività produttiva nel sito di via Argine". Il sindacalista ha ammonito che se ciò non accadrà in tempi brevi vi è il rischio che la vertenza "possa precipitare in questione di ordine pubblico, di cui non hanno bisogno né i lavoratori della Whirlpool, né la città di Napoli".

La fabbrica ha chiuso i battenti alla mezzanotte del 31 ottobre. Era stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ad annunciarlo nel corso dell'incontro in videoconferenza con i sindacati e una delegazione di lavoratori tenutasi a fine ottobre. "Abbiamo dato massima disponibilità al board americano di Whirlpool - aveva detto il premier durante la riunione con i sindacati - abbiamo proposto incentivi e una decontribuzione al 30%, garanzie Sace. Ma Whirlpool non riesce a creare nessuna prospettiva per questo stabilimento nella competizione globale. Abbiamo provato tutto". Conte aveva rassicurato gli operai garantendo che il governo non sarebbe restato immobile dinanzi al disimpegno dell'azienda e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per tutelare i lavoratori. Più cauto il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che aveva spiegato che è sì vero che il tavolo di crisi resterà aperto al Mise ma che allo stato attuale non ci sono gli strumenti per impedire il disimpegno dell'azienda.

L’addio di Whirlpool a Napoli è il segno bruciante del fallimento dell’azione poltica del M5s. L'attuale ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un post pubblicato su Facebook il 30 ottobre del 2018 scriveva da capo del Mise: "Whirlpool non licenzierà nessuno e, anzi, riporterà in Italia parte della sua produzione che aveva spostato in Polonia. Questo è il frutto di una lunga contrattazione che siamo riusciti a chiudere al ministero dello Sviluppo Economico. Sono quindi orgoglioso di dire che ce l'abbiamo fatta: stiamo riportando lavoro in Italia!". Per di più, pochi giorni prima, il 25 ottobre, lo stesso Di Maio annunciava sempre sul social: "Si è chiuso il tavolo che vedeva coinvolta l’azienda Whirlpool e siamo riusciti ad ottenere zero esuberi e un ritorno delle produzioni dalla Polonia all’Italia".

Whirlpool non licenzierà nessuno e, anzi, riporterà in Italia parte della sua produzione che aveva spostato in...

Pubblicato da Luigi Di Maio su Martedì 30 ottobre 2018

Un risultato, questo, che il M5s aveva sbandierato come un grande successo. E invece due anni dopo, quel trionfo troppo presto annunciato si è trasformato in sconfitta. Nonostante i tavoli aperti e le serrate trattative tra i protagonisti della vicenda.

Gli operai continueranno a ricevere lo stipendio al 100% fino a dicembre.

Incertezza sul dopo: potrebbe esserci una proroga di 75 giorni dal momento dell'avvio della procedura di cessazione dell'attività con conseguente licenziamento collettivo, ma anche il blocco dei licenziamenti fino al 21 marzo a seguito del nuovo decreto del governo. In entrambi i casi, i dipendenti dovrebbero usufruire degli ammortizzatori sociali fino ai primi mesi del 2021.

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