Un incidente diplomatico fortuito, una provocazione o semplice campanilismo? Fanno discutere le frasi scritte sulle luminarie natalizie installate nel Comune di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, che hanno provocato la reazione stizzita dei cittadini del capoluogo campano. “Non sono napoletano, sono di San Giorgio a Cremano”, questa la scritta incriminata, una frase pronunciata anni fa dall’attore e regista Massimo Troisi, nato proprio in questo centro ai piedi del Vesuvio. Una serie di lampadine che richiamano le citazioni più importanti del compianto artista, volute fortemente dal sindaco Giorgio Zinno, che in questo modo ha, ancora una volta, reso omaggio al suo illustre concittadino.
Troisi quella frase la proferì per rimarcare la sua origine umile, di uomo di provincia, non certo per offendere Napoli e i napoletani, ma oggi il richiamo a quell’espressione ha offeso i residenti della città partenopea. Ad alzare il polverone è stato sul suo profilo social Gianni Simioli, il conduttore della trasmissione di Radio Marte “La Radiazza”, che è andato giù duro contro l’iniziativa dell’amministrazione comunale. “A San Giorgio sono diventati leghisti? Non ci sono giustificazioni. Non venite quindi a dirmi che Massimo Troisi, che l’avrà anche pronunciata, abbia mai pensato di farne una luminaria di Natale”.
I commenti al post di Simioli sono stati al vetriolo, con accuse e sberleffi agli organizzatori del Natale a San Giorgio a Cremano. Le uniche parole di affetto e di riguardo sono state rivolte proprio nei confronti di Massimo Troisi, che è stato riconosciuto da tutti come il principale esponente della nuova comicità napoletana, nata agli albori degli anni Settanta. Soprannominato “il comico dei sentimenti” o il “Pulcinella senza maschera”, è considerato uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano.
Formatosi sulle tavole del palcoscenico, istintivo erede di Eduardo De Filippo e di Totò, accostato anche a Buster Keaton e Woody Allen, cominciò la sua carriera assieme al gruppo “I Saraceni” e poi con gli inossidabili amici de “La Smorfia” (Lello Arena ed Enzo Decaro). Il successo del trio fu inatteso e immediato e consentì al giovane Troisi di esordire al cinema con “Ricomincio da tre”, nel 1981, il film che decretò il suo trionfo come attore e come regista. Dall'inizio degli anni Ottanta si dedicò esclusivamente al cinema, interpretando dodici film e dirigendone quattro.
Malato di cuore sin dall'infanzia, morì il 4 giugno 1994 all'Infernetto (Roma) per un fatale attacco cardiaco, conseguente a febbri reumatiche; il giorno prima terminò la sua ultima pellicola, “Il postino”, per il quale verrà, qualche tempo dopo, candidato ai premi Oscar come miglior attore e per la miglior sceneggiatura non originale.
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