Reindustrializzazione Whirlpool: 200 milioni di investimento e 59 aziende coinvolte

Spiragli di luce dall’incontro che si è tenuto al ministero dello Sviluppo economico. Il Consorzio Campania è pronto a partire

Reindustrializzazione Whirlpool: 200 milioni di investimento e 59 aziende coinvolte

Arriva finalmente la tanto attesa schiarita per quanto riguarda il futuro dei 316 lavoratori della Whirlpool di Napoli licenziati dai vertici della multinazionale americana. L’incontro di ieri negli uffici del ministero dello Sviluppo economico tra il Consorzio Campania, che si dovrebbe occupare del progetto di reindustrializzazione, Invitalia e le varie aziende interessate al rilancio dello stabilimento di via Argine, è stato positivo. Oltre a definire i particolari del passaggio dalla Whirlpool al Consorzio c’è finalmente un cronoprogramma per il reinserimento nel mondo del lavoro dei dipendenti che attualmente hanno sottoscritto la Naspi.

Al massimo in un anno e mezzo gli operai dovrebbero essere riassunti. Già è scattato il conto alla rovescia e Whirlpool ha garantito il massimo apporto. Da oggi partiranno i lavori per liberare la fabbrica, in modo da permettere al consorzio di programmare con serenità il futuro della struttura. Intanto arrivano nuove notizie anche per la composizione del nuovo gruppo industriale. Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, sono ben 59 le aziende coinvolte nel progetto di reindustrializzazione, che prevede un investimento di circa 200 milioni di euro. Tra le imprese del consorzio ci sono la Adler Group (che funge da capofila), la Kiel, la Mid summer, la Protom, la Lead teach, l'Innovaway, la K-City e la Envision.

Ma qual è il progetto che porterà avanti il consorzio? Di cosa si occuperanno i lavoratori dopo la reindustrializzazione? L’idea è di creare un centro del trasporto, con l’obiettivo di estendere la base delle componentistiche automotive in Campania. Per fare ciò, serviranno 400 lavoratori. I sindacati, però, chiedono garanzie.

“C’è bisogno – hanno scritto in un comunicato congiunto Fiom, Fim e Uilm –di maggiore concretezza e quindi un percorso ben definito per la rioccupazione dei lavoratori, tempi certi, mantenimento delle condizioni economiche e normative. Inoltre, vorremmo un unico datore di lavoro iniziale con il coinvolgimento di Invitalia nell'azionariato”.

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