Un blitz nella notte dei carabinieri del comando provinciale di Napoli ha reso esecutiva un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, nei confronti di 34 persone ritenute legate al clan Luongo-D’Amico, articolazione del clan Mazzarella. I sodali sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, usura, estorsione, lesioni personali, detenzione e porto in luogo pubblico di materiale esplodente, danneggiamento aggravato, minaccia e atti persecutori, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illecita e cessione di droga.
L’indagine ha consentito di far luce sull’esistenza del nuovo gruppo criminale Luongo-D’Amico che, dal quartiere San Giovanni a Teduccio di Napoli, aveva esteso il proprio dominio anche nel territorio di San Giorgio a Cremano e di Portici, approfittando della detenzione dei maggiori esponenti del clan Vollaro. Qualche mese fa un altro duro colpo è stato assestato dai carabinieri al clan della camorra napoletana D’Alessandro, che ha perso un gruppo di uomini fidati e notevoli introiti.
L’operazione dei militari ha permesso di scoprire un’associazione a delinquere di stampo mafioso ritenuta responsabile di estorsione aggravata in concorso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dalla finalità di agevolare il clan D'Alessandro, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.
Lo spaccio di sostanze stupefacenti era il business principale gestito dai criminali, con vendita di hashish, marijuana e cocaina. La piazza era controllata tutto il giorno da vedette in scooter elettrici e, dopo gli arresti, i pusher venivano costantemente sostituiti. Un duro colpo al clan della camorra napoletana, che ha perso un gruppo di uomini fidati e notevoli introiti.
Parte degli incassi dello spaccio, infatti, andava proprio nelle casse del clan D'Alessandro, che gestisce un
impero economico sul territorio. Diversi sono stati i sequestri di armi, con le indagini partite da un'estorsione: l’organizzazione camorristica aveva imposto la fornitura di estintori ad un negoziante.
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