Dopo una lunghissima attesa, nella serata di sabato ha lasciato il porto di Sousse la nave della compagnia Arkas che trasporta 213 container di rifiuti importati dalla Campania illegalmente da una società tunisina. Tale materiale, bloccato in Tunisia da oltre un anno e mezzo, è rientrato nel porto di Salerno in base ad un accordo raggiunto tra il Paese nordafricano e Italia.
La vicenda risale all'estate 2020, quando le dogane del Paese nordafricano scoprirono la spazzatura domestica, la cui esportazione è vietata dalla legislazione di Tunisi e dalle convenzioni internazionali, ma che erano stati presentati amministrativamente dall'azienda importatrice come rifiuti plastici "non pericolosi". Il carico era stato spedito dall'azienda "Sviluppo risorse ambientali srl" di Polla, nel Salernitano, ed era destinato all'impianto "Soreplast" della città tunisina di Sousse.
Si è chiuso, così, il primo capitolo della vicenda, che ha assunto carattere internazionale, che ruota su un sospetto traffico di rifiuti. Vicenda al centro di due inchieste, una in Tunisia e l'altra aperta in coordinamento dalle Procure di Salerno e Potenza.
Il Paese nordafricano ha accolto con favore i "seri" sforzi dell'Italia nella risoluzione della questione. Il ministero degli Esteri ha elogiato in una nota rapporti "seri" tra Tunisia e Italia, sottolineando "le buone intenzioni dei leader di entrambi i Paesi di preservare "gli storici legami di amicizia". Allo stesso tempo ha evidenziato gli sforzi della Tunisia in questi mesi e la sua "intensa" azione diplomatica per la restituzione, nel più breve tempo possibile, dei rifiuti italiani stoccati per oltre un anno e mezzo al porto di Sousse. "Le consultazioni, per la finalizzazione della restituzione dei rifiuti italiani rimanenti situati in un magazzino a Mourredine (nella delegazione di Msaken, Sousse) a seguito di un incendio, proseguiranno in seguito”, dispone l'accordo.
Ora, però, si apre un altro pericoloso fronte di scontro. Questa volta tutto italiano. La questione riguarda lo smaltimento dei rifiuti. La Regione Campania ha indicato che il materiale deve essere portato nel sito militare di Persano, nel comune salernitano di Serre.
La decisione del governatore non è piaciuta al sindaco della città, Franco Mennella, che non ha risparmiato critiche forti a De Luca: "È inaccettabile che si prendano di mira sempre gli stessi territori. Vengono mandati rifiuti dei quali non si conosce la natura in un'area che dista un chilometro scarso dalle case di Altavilla e un paio di chilometri dalle abitazioni di Eboli. Tutto questo a causa di una precisa volontà del presidente della Regione". Non solo parole di fuoco da parte del primo cittadino. Quest’ultimo ha promesso battaglia: "Faremo tutto il possibile per evitare che ciò avvenga. Non arretreremo di un millimetro".
In quello che ormai è divenuto un appuntamento social fisso del venerdì De Luca era intervenuto sulla vicenda spiegando che era importante "dare una mano all'Italia, oltre che alla Tunisia, unico Paese arabo con una costituzione che garantisce le donne e i diritti civili a tutti, nel quale è presente un'imprenditoria italiana e campana importante". Il governatore ha poi ricostruito la vicenda. "Era successo che un imprenditore privato aveva portato rifiuti non tossici in Tunisia con l'obiettivo di avere un trattamento negli impianti per la separazione della plastica e del vetro. Si è scoperto che in Tunisia questi impianti erano inesistenti, al punto tale che il Ministro dell'Ambiente è stato arrestato. Il problema è che i rifiuti sono rimasti stoccati in un porto turistico, il Governo si era impegnato a risolvere il problema ma in un anno e mezzo non era stato fatto nulla. Avevamo avuto delle rivolte e una situazione difficile per gli imprenditori italiani in Tunisia".
De Luca ha evidenziato che "per la convenzione di Basilea è lo Stato italiano a dover riportare nel paese di provenienza i rifiuti abbandonati, dunque la competenza era del ministero dell'Ambiente. Ora risolviamo un problema rispetto al quale si erano impegnati il presidente della Repubblica e il ministro degli Esteri quando sono andati in Tunisia. Ci siamo comportati da patrioti. Abbiamo lavorato per difendere l'immagine e la dignità dell'Italia rispetto ad un paese nel quale avevamo assunto impegni". "Tutti – ha affermato De Luca - dicano grazie alla Regione Campania che ha dato ancora una volta prova di grande concretezza e operatività".
L'assessore regionale all'Ambiente, Fulvio Bonavitacola, parlando con Repubblica ha spiegato che i rifiuti dovrebbero restare a Persano "tra i quattro e i sei mesi". Per la destinazione finale sarà fatta una gara.
La scelta segue il cosiddetto "principio di prossimità" in base al quale i rifiuti devono essere spostati il meno possibile dal porto di destinazione.Parole che non spengono la tensione. Si prevede che il bracco di ferro tra sindaco e governatore possa continuare a lungo.
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