Le spinte, poi le botte: gli abusivi assaltano la troupe Rai

Troupe Rai costretta a scappare da Pozzuoli: durante la diretta un gruppo di abusivi minaccia la giornalista e lo "sfrattato". Danni alle attrezzature

Le spinte, poi le botte: gli abusivi assaltano la troupe Rai

Dopo la storia del signor Ennio Di Lalla, sfrattato dagli abusivi e rientrato in possesso della sua abitazione solo 23 giorni dopo, sono numerosi i casi che stanno emergendo. Uno di questi è stato seguito dalle telecamere di Storie italiane, il programma del mattino di Rai1 condotto da Eleonora Daniele. La troupe della trasmissione questa mattina si è recata a Pozzuoli, dove ha raccolto la testimonianza di Raffaele, che alcuni mesi fa ha contratto il Covid e, dopo una visita in ospedale, è rientrato a casa trovandola occupata dagli abusivi. Al suo interno c'erano due donne, di cui una incinta, e due bambini.

Anche lui, come il signor Ennio, si è visto privato della sua abitazione e nemmeno le forze dell'ordine sono riuscite a restituire a Raffaele la sua casa. "Alla fine mi hanno fatto la proposta di convivere con queste persone in casa", ha detto sconsolato. Una proposta irricevibile per chiunque, tanto che a Raffaele non è restato altro da fare che prendere qualche effetto personale e lasciare l'abitazione. Tutt'oggi, quella casa è abitata dagli abusivi e Raffaele ha dovuto ripiegare su un'altra soluzione, in attesa di risolvere questa situazione che, nel suo caso, va avanti dal 2 giugno.

Mentre Raffaele raccontava il suo calvario alla giornalista di Rai1, alcune persone si sono palesate in diretta, inveendo sia contro la troupe della Rai sia contro lo stesso "sfrattato". Difficile capire cosa dicessero, ma gli insulti non è stato difficile comprenderli. A quel punto la conduttrice ha chiesto di sospendere momentaneamente il collegamento per dare modo all'inviata di ristabilire la calma a Pozzuoli ma nei minuti successivi, mentre in studio si parlava del caso del signor Ennio, il clima in provincia di Napoli si è fatto incandescente.

"Queste persone hanno agito in modo aggressivo verso la nostra inviata?", ha domandato allarmata Eleonora Daniele rivolgendosi ai suoi autori. "Ora abbiamo chiamato i carabinieri, non vorrei che qualcuno abbia fatto male alla nostra inviata che ha raccontato in modo civile una storia. Non abbiamo notizie per ora", ha aggiunto la conduttrice in attesa di ricevere delucidazioni. Saltato il collegamento video con Pozzuoli, l'inviata ha raggiunto Eleonora Daniele telefonicamente per spiegare l'accaduto: "Ci stiamo spostando di corsa perché sono scese tante persone e ci hanno assalito e tirato via dei pezzi dalla telecamera. Speriamo di recuperare il collegamento in video, se riusciamo, da un’altra parte. Siamo dovuti scappare Hanno minacciato anche Raffaelle".

Difficile proseguire la trasmissione per Eleonora Daniele, che ha informato i telespettatori man mano che le arrivavano gli aggiornamenti: "Credo abbiano rotto anche il mezzo della Rai, denunceremo". L'inviata è poi riuscita a ristabilire un contatto video con lo studio di Roma e ha spiegato con maggiori dettagli cosa sia realmente successo nei minuti precedenti: "Sono scesi uomini, forse chiamati dalle donne, dandoci spinte e botte. Hanno preso degli oggetti degli operatori e li hanno gettati in aria. A Raffaele hanno detto che se si ripresenta sarà l’ultima e poi non ci sarà più". Un copione che si ripete per l'ennesima volta nell'Italia dell'impunità, dove un uomo si trova a essere minacciato da chi gli ha occupato illegalmente l'abitazione e non sembra intenzionato a cedere: "Non abbiamo portato via nulla a nessuno. Quella casa era disabitata, noi abbiamo bisogno di poter vivere con un tetto sopra la testa per i nostri figli". Poche ore dopo il servizio Rai, la polizia ha proceduto allo sgombero dell'appartamento di Raffaele. "Siamo e saremo sempre dalla parte della legalità, di chi è stato privato di un diritto, tant'è che stiamo già intervenendo per liberare gli immobili occupati.

D'accordo con Prefettura, Questura e forze dell'ordine sono stati stabiliti 30 sgomberi, di cui 15 già in esecuzione. Queste reazioni devono essere duramente condannate. Non esiste motivo per giustificare alcun tipo di violenza", aveva dichiarato il sindaco di Pozzuoli.

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