Non molla il sindaco di Torre Annunziata Vicenzo Ascione. Il primo cittadino, dopo il blitz eseguito dalle forze dell’ordine, respinge le accuse nei suoi confronti. Gli inquirenti sospettano che l’amministratore abbia intessuto rapporti con il potente clan Gionta, favorendo la camorra nell’assegnazione delle gare d’appalto delle strisce blu e della videosorveglianza. Come riportato da Il Giornale.it, Ascione si sarebbe fatto dettare l’agenda politica dalla criminalità organizzata. Dopo il terremoto giudiziario in Comune, con ben dodici indagati, tre esponenti della maggioranza hanno rassegnato le dimissioni.
Il sindaco, però, tiene duro. “Non decide la magistratura – ha dichiarato al quotidiano la Repubblica – altri al mio posto lascerebbero il campo, io no”. I tre dimissionari sono: l’assessore Luisa Refuto, anche lei finita nel filone delle indagini, il consigliere comunale Maria Oriunto, cognata di una delle persone ritenute anelli di congiunzione tra gli amministratori e la camorra, e l’ex dirigente dell’ufficio tecnico Nunzio Ariano, finito in manette perché colto in flagrante mentre riceveva una mazzetta.
I giudici stanno verificando quali erano i rapporti tra il primo cittadino e il cognato del consigliere Oriunto, anche se Ascione, nella seduta del consiglio comunale, ha già fatto esplicito riferimento a questa persona. “È un politico della mia maggioranza. Perché non avrei dovuto parlargli? In più – ha detto il sindaco – è un esempio di riscatto perché ha preso le distanze dalla famiglia. Non emerge in alcun tratto del decreto quale sia il suo eventuale ruolo all'interno di organizzazioni criminali.
Una parentela scomoda non può essere motivo di discriminazione dalla vita sociale e politica”. Si difende a denti stretti, quindi, il primo cittadino e sostiene anche gli altri politici indagati, nonostante abbiano deciso, a differenza sua, di dimettersi dai loro incarichi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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