Basta guerre tra laici e cattolici. Un secolo e mezzo dopo, la breccia di Porta Pia si può dichiarare ufficialmente chiusa. Oggi infatti, come scrive Giorgio Napolitano, a 150 anni di distanza dall'unità del Paese, «l'Italia è permeata dai valori cristiani» e «la Chiesa conferma la propria vocazione propositiva per la ricerca del bene del Paese».
Il capo dello Stato fa il punto di questi «ottimi rapporti» in un messaggio inviato al cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, in occasione della quarantaseiesima settimana sociale dei cattolici italiani. «Nell'anno in cui l'Italia celebra il centocinquantesimo anniversario dell'unità - si legge - , la Chiesa mette al centro dei lavori una agenda di speranza per il futuro del Paese». Un programma, spiega il presidente, «che testimonia il perdurante impegno dei cattolici a fare la loro parte per il progresso civile, economico e sociale dell'Italia, la cui identità culturale è permeata dai valori cristiani». Un impegno «che si manifesta non solo affrontando, in maniera costruttiva, le diverse questioni», ma anche «riconoscendo il valore delle istituzioni repubblicane».
Quest'anno poi la settimana sociale organizzata dai vescovi si terrà a Reggio Calabria. Napolitano apprezza molto la decisione: «É molto significativa la scelta di svolgere l'iniziativa nel nostro Meridione, in cui spesso si concentrano ed amplificano molti dei problemi di fondo che riguardano il Paese tutto e che troppo spesso vengono imputati alla sola crisi economica». La presenza della Conferenza episcopale «può dare speranza al futuro della nazione». Altro motivo di soddisfazione presidenziale, l'interesse e «il contributo» del Vaticano al dibattito sulle riforme. «Individuo, in questo percorso - conclude Napolitano - una forte consonanza fra quanto da me evocato nel messaggio di fine anno ed il suo richiamo del maggio scorso ad uno spirito di fedeltà e di riforma.
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