Tra le otto donne premiate da Giorgio Napolitano per l'8 marzo c'è Anna Prouse, Team leader della Task Force alleata che si occupa della ricostruzione della Provincia di Nassirya. É arrivata dall'Iraq, dove vive dal 2003, alla vigilia della cerimonia al Quirinale per la "Giornata internazionale della donna" e sta già ripartendo per raggiungere la squadra di 20 esperti dei vari campi, italiani e americani, che dall'autunno del 2006 lavorano per far risorgere la seconda città del Paese. Una squadra che adesso avrà per guida un neo-Cavaliere della Repubblica.
Il Capo dello Stato ha voluto per lei l'onoreficenza al merito, con questa motivazione: « Per le sue capacità di gestione e di relazione, che le hanno consentito di rendere la struttura di Nassirya, nell'ambito della rete di "Provincial Reconstruction Team" in Iraq, uno dei più efficaci supporti all'opera di ricostruzione civile e democratica del Paese».
La sua storia ha molto colpito il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, che si è fatta raccontare dalla Prouse come ha impostato il suo lavoro e le ha detto che ha l'intenzione di andare presto a Nassirya per vedere con i suoi occhi i risultati di un impegno che va tutto ad onore degli italiani e, in particolare, delle donne italiane. Se la Prouse non fosse riuscita a venire a Roma, sarebbe stata la Carfagna a portarle l'onoreficenza in Iraq.
«É la migliore leader delle Unità di ricostruzione in Iraq», ha detto a dicembre della Prouse l'allora capo del Comando centrale americano, generale David Petraeus, sottolineandone il coraggio e la dedizione dimostrati. Lei, naturalmente, è l'unica donna in un ruolo del genere e, in un Paese musulmano, è riuscita a conquistare la stima di tutti, capi militari, politici o religiosi che siano.
Milanese, 38 anni, per la ricostruzione ha puntato sulla formazione e sull'impulso ad attività produttive locali. Ha creato un Training Center, dove gli irakeni vengono da tutta la provincia per seguire corsi in tutti i settori con esperti arrivati dall'estero e, tra incontri di consulenza legale, lezioni di computer per 300 bambini e di inglese per 500 insegnanti, ha organizzato anche seminari sui diritti delle donne, andando a parlare dei problemi femminili anche nella moschee e nelle madrasse, le scuole coraniche.
Nel Training Center, che è il vero orgoglio della Prouse, c'è anche una sala operatoria mobile, dove diversi medici ( anche di Operation Smile) hanno operato tanti bambini e un laboratorio dove si insegna a sfruttare nel modo migliore i più preziosi prodotti della zona: trattando i datteri per esportarli e facendo i formaggi con il latte dei bufali. Proprio per disinfestare 7mila ettari di palme da dattero ammalate il team guidato dalla Prouse è riuscito a superare le resistenze americane e irakene per ottenere le autorizzazioni necessarie all'acquisto (con fondi Usa) di un vecchio Antonov, che sta per arrivare dal Kirghizistan.
Non è tutto: sono state censite 140 piccole e medie imprese della provincia per aiutarle a svilupparsi, anche attraverso una missione degli imprenditori in Italia; il Parco di Nassirya è stato risistemato per ospitare soprattutto le famiglie; il Centro culturale ospita affollate manifestazioni e addirittura proiezioni di film(i cinema sono chiusi in tutto il Paese da anni); sono state costruite scuole e la sede dell'Unione imprenditori; si sta risistemando il museo e organizzando corsi per archeologi; ai produttori di latte sono stati consegnati refrigeratori a pannelli solari; agli uffici generatori di corrente; alle famiglie depuratori per l'acqua che qui è inquinata; ai contadini arnie per fare il miele; alle moschee generatori di corrente.
Il lavoro della Prouse e della sua squadra è ancora lungo e difficile. Per ora, il nostro ministero degli Esteri ha prolungato la missione di un altro anno, nel quale gradualmente dovrà esserci il passaggio di consegne agli irakeni per tutti i progetti di ricostruzione in corso.
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