E sì, musica, arte e scienza sono proprio tre sostantivi femminili, e stavolta non solo per la grammatica italiana. Infatti è a tre donne che quest'anno sono stati assegnati i premi «Presidente della Repubblica» delle tre accademie nazionali, quella dei Lincei, quella di Santa Cecilia e quella di San Luca. Coincidenze? No, spiega Giorgio Napolitano, «questo è davvero un segno dei tempi». Anche perchè, chiosa con ironia, «non credo che i tre presidenti delle accademie abbiano stipulato fra loro un accordo preventivo...».
Le vincitrici sono Irma Ravinale per la musica, premiata da Santa Cecilia, Carol Rama per la pittura, indicata dall'accademia di San Luca, e Patriza Caraveo per la scienza, nominata dai Lincei. Oltre a questi riconoscimenti, consegnati dal presidente della Repubblica nel Salone dei Corazzieri, sono state assegnate due borse di studio intitolate a Petrassi e a Sinopoli ai due maestri Marco Quagliarini e Masataka Takada.
Insomma, una festa in rosa. Tutto bene, dice il capo dello Stato, peccato però che «dell'esistenza e della crescita» dei talenti femminili se siano accorti tutti tranne la politica. Per questo spera che il valore delle donne non solo nell'ambito culturale ma nell'intera società italiana «venga riconosciuto più largamente dall'opinione pubblica, culturale e politica del nostro Paese». É più che una speranza. «Lo dico interpretando non solo il Quirinale che personalmente rappresento ma anche le istituzioni parlamentari, di governo e di garanzia, che completano i pilastri dell'architettura costituzionale del nostro Paese».
Il Capo dello Stato punta sul contributo delle tre accademie nazionali anche in vista della celebrazione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, affinchè mettano in evidenza «in modo non formale, aspetti essenziali del nostro processo unitario».
Accanto alla musica, richiamata dal presidente dell'accademia di Santa Cecilia Bruno Cagli quale fattore unificante dell'unità spirituale italiana ed europea, Napolitano pone l'accento sulla lingua italiana e, in particolare, auspica «un impegno importante al richiamo della continuazione non puramente conservatrice e statica dell'altra nostra risorsa fondamentale che è la lingua, parlata e scritta, italiana che -sottolinea- rimane un fattore caratteristico ed essenziale della nostra unità nazionale».
Il capo dello Stato dà atto alle tre «ccademie nazionali di «tener viva e arricchire la tradizione migliore della cultura, dell'arte e della scienza del nostro Paese: non sarebbe immaginabile un profilo internazionale dell'Italia senza questo apporto prezioso e continuo».
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